SILO - PALAZZO
DELLO SPORT, MADRID, SPAGNA
27
SETTEMBRE 1981
Nota:
Invitato
in vari paesi dalle locali sezioni della Comunità per lo Sviluppo
Umano, Silo intraprese un tour mondiale di diffusione delle sue idee
durante il quale partecipò a numerosi eventi pubblici. I suoi
interventi furono accompagnati da quelli dei suoi amici Bittiandra
Ayyappa, Saky Binudin, Petur Gudjonsson, Nicole Myers, Salvatore
Puledda e Danny Zuckerbrot.
Le
idee principali esposte da Silo a Madrid furono riproposte a
Barcellona, Reykjavik, Francoforte, Copenhagen, Milano, Bombay,
Colombo, Parigi e Città del Messico. In questo volume abbiamo
inserito solo gli interventi alle manifestazioni di Madrid e di
Bombay.
Tempo
fa mi dissero: perché non spieghi ciò che pensi? Così lo spiegai.
In seguito altri mi dissero: non hai diritto di spiegare ciò che
pensi. Così tacqui. Sono passati dodici anni da allora e di nuovo mi
dicono: perché non spieghi ciò che pensi? Così tornerò a farlo,
sapendo in anticipo che si dirà di nuovo: non hai il diritto di
spiegare ciò che pensi.
Niente
di nuovo si disse allora, niente di nuovo si dirà oggi.
E
che cosa si disse allora? Si disse: senza fede interna c’è paura,
la paura produce sofferenza, la sofferenza produce violenza, la
violenza produce distruzione; pertanto la fede interna evita la
distruzione.
I
nostri amici oggi hanno parlato della paura, della sofferenza, della
violenza e del nichilismo come massimo fattore di distruzione. Hanno
parlato anche della fede in se stessi, negli altri e nel futuro.
Hanno detto che è necessario modificare la direzione distruttiva che
gli avvenimenti hanno preso, cambiando il senso degli atti umani.
Inoltre, e questo è il punto fondamentale, hanno spiegato come
riuscire a fare tutto ciò. Perciò oggi non aggiungerò niente di
nuovo.
Vorrei
solo fare tre riflessioni. Una riguarda il nostro diritto di spiegare
il nostro punto di vista; un’altra ha a che vedere con il come e il
perché siamo arrivati a questa situazione di crisi totale; infine
vorrei che la terza ci permettesse di prendere una risoluzione
immediata per cambiare la direzione delle nostre vite. Questa
risoluzione dovrebbe concludersi con un impegno da parte di tutti
coloro che saranno d’accordo con quanto diremo.
Ebbene,
che diritto abbiamo di spiegare il nostro punto di vista e di agire
di conseguenza? In primo luogo abbiamo il diritto di diagnosticare il
male attuale sulla base dei nostri elementi di giudizio, anche se
essi non coincidono con quelli generalmente accettati. Su questo
punto diciamo che nessuno ha il diritto di impedire nuove
interpretazioni basandosi su verità che crede assolute. E per quanto
riguarda le nostre attività, perché qualcuno dovrebbe considerarle
offensive se esse non interferiscono con le sue? Se in qualche parte
del mondo ciò che diciamo e ciò che facciamo viene represso o
deformato, per noi questo vuol dire che lì c’è malafede,
assolutismo e menzogna. Perché non lasciare che la verità corra
liberamente e che le persone, liberamente informate, scelgano ciò
che sembra loro più ragionevole?
Ma
allora, perché facciamo quel che facciamo? Risponderò in poche
parole: lo facciamo come supremo atto morale. La nostra morale si
basa su questo principio: “Tratta gli altri come vorresti essere
trattato.” E se, come individui, vogliamo il meglio per noi stessi,
siamo obbligati da questo imperativo morale a dare il meglio agli
altri. Chi sono gli altri? Gli altri sono il mio prossimo ed il mio
prossimo è là dove realmente giungono le mie possibilità di dare e
di modificare; se le mie possibilità di dare e di modificare
giungessero a tutto il mondo, il mondo sarebbe il mio prossimo. Ma se
le mie possibilità reali arrivassero solo al mio vicino di casa,
sarebbe un vero sproposito che mi preoccupassi del mondo in modo
puramente declamatorio. Per questo il nostro atto morale richiede a
ciascuno, come livello minimo d’impegno, di diffondere le nostre
idee nei propri ambiti di relazione e di agire all’interno di essi.
Ed è contrario a questa morale non farlo, rimanendo asfissiati da un
individualismo senza uscita. Questa morale dà una direzione precisa
alle nostre azioni ed inoltre stabilisce con chiarezza a chi debbano
essere rivolte. E quando parliamo di morale ci riferiamo ad un atto
libero, che può essere messo in pratica oppure no e di questo atto
diciamo che sta al di sopra di ogni necessità e di ogni
meccanicismo. Questo è il nostro atto libero, il nostro atto morale:
“Tratta gli altri come vorresti essere trattato”; nessuna teoria,
nessuna scusa, sta al di sopra di questo atto libero e morale. La
nostra morale non è in crisi: sono le altre morali ad esserlo. La
nostra morale non si riferisce a cose, ad oggetti, a sistemi, la
nostra morale si riferisce alla direzione delle azioni umane. Ed ogni
critica che muoviamo ed ogni soluzione che proponiamo sempre si
riferiscono alla direzione delle azioni umane.
Ma
c’è un altro punto che devo trattare adesso ed è quello che
riguarda la situazione di crisi alla quale siamo giunti. Com’è
successo tutto questo e dove vanno cercati i colpevoli? Non farò di
questo problema un’analisi convenzionale. Non ricorrerò né alla
scienza né alle statistiche. Userò immagini che possano giungere al
cuore di ciascuno.
Accadde,
molto tempo fa, che su questo pianeta fiorì la vita umana. Da
allora, con il trascorrere dei millenni, i popoli crebbero
separatamente e ci fu un tempo per nascere, un tempo per godere, un
tempo per soffrire ed un tempo per morire. Individui e popoli
costruirono e si succedettero gli uni agli altri, fino a quando
ereditarono la terra e dominarono le acque del mare e volarono più
veloci del vento e attraversarono le montagne e con voci di tempesta
e luce del sole mostrarono il loro potere. Fu così che videro da
lontano il loro pianeta azzurro, amabile protettore velato dalle sue
nubi. Quale energia ha mosso tutto questo? Quale motore ha posto
l’essere umano nella storia, se non la ribellione contro la morte?
Perché, fin dall’antichità, la morte, come un’ombra, ha
accompagnato i suoi passi. E fin dall’antichità è entrata in lui
ed ha voluto catturarne il cuore. Quella che all’inizio fu una
lotta ininterrotta motivata dalle necessità proprie della vita
divenne poi una lotta motivata dalla paura e dal desiderio. Si
aprirono due cammini: il cammino del sì ed il cammino del no. Allora
ogni pensiero, ogni sentimento, ogni azione, tutto fu turbato dal
dubbio fra il sì e il no. Il sì creò tutto ciò che ha fatto
vincere la sofferenza. Il no ha aggiunto dolore alla sofferenza.
Nessuna persona, relazione od organizzazione è rimasta libera dal
suo interno sì e dal suo interno no. Poi i popoli separati
iniziarono a legarsi tra loro ed infine le civiltà si trovarono
unite; i sì e i no di tutte le lingue invasero simultaneamente i più
remoti angoli del pianeta.
In
che modo l’essere umano vincerà la sua ombra? Forse fuggendola?
Forse lottando incoerentemente contro di essa? Se il motore della
storia è la ribellione contro la morte, ribellati, ora, contro la
frustrazione e la vendetta. Smetti, per la prima volta nella storia,
di cercare colpevoli. Tutti sono responsabili di ciò che hanno
fatto, ma nessuno è colpevole di quanto è successo. Chissà che non
si possa dichiarare, in questo giudizio universale: “non ci sono
colpevoli” e si stabilisca per ogni essere umano l’obbligo morale
di riconciliarsi con il proprio passato. Questo comincerà in te, qui
ed ora, e tu avrai la responsabilità di farlo continuare fra coloro
che ti circondano, fino ad arrivare all’ultimo angolo della terra.
Se
la direzione della tua vita non è ancora cambiata, è necessario che
la cambi; ma se è già cambiata è necessario che la rafforzi.
Affinché tutto questo sia possibile, accompagnami in un atto libero,
coraggioso e profondo, che diventi anche un impegno di
riconciliazione. Vai dai tuoi genitori, dalla tua compagna o dal tuo
compagno, vai dai tuoi amici e nemici e dì loro con il cuore aperto:
“Qualcosa di grande e di nuovo è successo oggi in me”, e spiega
loro questo messaggio di riconciliazione. Vorrei ripetere queste
frasi: “Vai dai tuoi genitori, dalla tua compagna o dal tuo
compagno, vai dai tuoi amici e nemici e dì loro con il cuore aperto:
‘Qualcosa di grande e di nuovo è successo oggi in me’ e spiega
loro questo messaggio di riconciliazione.”
Per
tutti voi: pace, forza e allegria!
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