SILO - CASA
SUIZA, BUENOS AIRES, ARGENTINA
6
GIUGNO 1986
Nota:
Come
premessa a questa conferenza abbiamo scelto di pubblicare il breve
intervento di presentazione pronunciato da uno dei membri fondatori
de “La Comunità per lo Sviluppo Umano”.
“Quando
si introduce un oratore, è prassi comune parlare dei discorsi da lui
tenuti in precedenza e delle circostanze in cui si svolsero. E
proprio questo faremo oggi.
Il
primo intervento pubblico di Mario Luis Rodriguez Cobos, che tutti
conosciamo col nome di Silo, fu proibito in ragione del coprifuoco
promulgato dal governo dell’epoca: eravamo nel 1969, in pieno
regime militare1. Si chiese allora alle
autorità di poter tenere la conferenza al di fuori dei centri
urbani: l’autorizzazione fu concessa con una nota sarcastica in
cui si diceva che non era vietato ‘parlare alle pietre’. Così il
4 maggio 1969, in una località di montagna vicino a Mendoza nota
col nome di Punta de Vacas, Silo parlò di fronte ad un piccolo
gruppo di persone sorvegliate da uomini armati. Nonostante questo il
messaggio andò ben al di là delle pietre, perché fu trasmesso
dalla CBS e ripreso da 250 canali televisivi in tutto il pianeta.
Il
20 luglio dello stesso anno a Yala, nello Stato di Jujuy (sempre in
aperta campagna), la polizia impedì una nuova conferenza disperdendo
i presenti. Pochi mesi dopo, il 26 settembre a Cordoba, nel quartiere
Yapeyù, le forze dell’ordine intervennero con gas lacrimogeni
effettuando sessanta arresti: nessuna conferenza ebbe luogo.
Il
21 ottobre a Buenos Aires, dopo un attentato che fortunatamente ebbe
lievi conseguenze, venne reso noto attraverso una conferenza stampa
che Silo avrebbe fatto un nuovo tentativo di parlare in pubblico;
l’appuntamento era fissato per il 31 ottobre in Plaza Once. Ma
anche in questa occasione la polizia sparò candelotti lacrimogeni ed
arrestò trenta persone. Così ancora una volta non vi fu alcuna
conferenza.
Quando
nel 1972 i vertici militari cambiarono2, a
Silo venne concessa l’autorizzazione a tenere un breve corso su
temi specifici ed in privato. Il corso ebbe luogo dal 16 al 19
agosto. Quindi andò al potere un governo civile, in teoria
democratico dato che era stato eletto dal popolo. Così il 15 agosto
1974, a Cordoba, Silo tenne una conferenza in forma privata: furono
eseguiti ottanta arresti. Due giorni più tardi, a Mar del Plata, le
forze di polizia interruppero un’altra conferenza. Risultato:
centocinquanta arresti. L’ultimo tentativo di parlare, effettuato
in questa stessa sala il 13 settembre 1974, finì con l’arresto di
cinquecento persone, tra cui lo stesso Silo che venne rinchiuso nel
carcere di Villa Devoto a Buenos Aires: ed in quell’epoca si era
retti da un governo democratico3 ...
In
seguito, il 15 ottobre 1974 a Mendoza ci fu un attentato dinamitardo
contro la casa di un compagno, l’incarcerazione di undici persone
per sei mesi, nonché, il 24 luglio 1975 a La Plata, l’assassinio
di due compagni. La persecuzione che allora si scatenò portò al
licenziamento di centinaia di nostri amici, alla condanna all’esilio
per altri e, come ultima conseguenza, alla dispersione al di fuori
di questo paese del movimento che si era creato intorno a Silo.
Dopo
il nuovo colpo di stato4 , si scartò
definitivamente la possibilità che Silo potesse tenere delle
conferenze in Argentina; si sparse però la voce che lo avrebbe fatto
in Europa ed in Asia. Ecco però che una settimana prima della sua
partenza per l’estero, il 12 agosto 1981 Silo fu fatto segno a
colpi d’arma da fuoco. Al suo ritorno, Silo ricevette l’invito a
presentare uno dei suoi libri, appena pubblicato dalla casa editrice
Bruguera, alla VIII Fiera Internazionale del Libro di Buenos Aires:
era il 10 aprile 1982. Le autorità consentirono l’ingresso
soltanto a venti persone perché, secondo loro, ‘il pavimento era
in cattive condizioni’.
Se
aggiungiamo a tutto quanto ho raccontato la continua e malevola
deformazione delle nostre idee portata avanti dalla stampa dei
passati regimi, comprenderemo con quale moneta siano state ripagate
in questo paese la predicazione del pacifismo e la metodologia della
non violenza.
Dato
che siamo tornati ad un regime democratico, oggi Silo parlerà:
vogliamo sperare che non sorgano altri inconvenienti”.
A
chi può risultare utile una discussione sul tema della religiosità
nel mondo d’oggi? Dipende. Per chi si interessa dei fenomeni
sociali ogni cambiamento nel campo delle credenze o della religiosità
può risultare interessante. Per il politico il tema non è
importante... se la religiosità è in declino, mentre merita
attenzione se essa è in crescita. Noi, gente comune, potremmo essere
attratti da questo tema se esso risultasse connesso con una qualche
ricerca o aspirazione che andasse al di là della nostra problematica
quotidiana. Trattandosi di interessi tanto diversi, non credo che
quanto dirò potrà soddisfarli tutti.
Stando
così le cose, non pretenderò di svolgere un’esposizione
scientifica alla maniera dei sociologi ma mi preoccuperò soltanto di
illustrare i miei punti di vista. Né darò una definizione della
religiosità o della religione ma lascerò i due termini nel vago,
attribuendo loro il significato generico con il quale vengono
compresi dal cittadino medio. E’ evidente però che non
confonderemo una particolare religione - con la sua chiesa, il suo
culto, la sua teologia - con la religiosità o sentimento religioso
che è assai spesso alieno a qualunque chiesa, culto o teologia. Un
tale stato di coscienza, un tale sentimento, sarà in ogni caso
diretto verso un qualche oggetto, giacché ogni stato di coscienza (e
quindi ogni sentimento) si costituisce sempre come una struttura in
cui un atto di coscienza si rapporta con un oggetto.
Spero
anche che i più eruditi in questa materia sappiano accogliere le
nostre ingenuità con un sorriso benevolo piuttosto che con un gesto
di rimprovero. Apriamo dunque il “pacchetto” delle nostre
opinioni e vediamo se qualcuna può risultare di una qualche utilità.
Io
penso che:
1°
Negli ultimi decenni è sorto e si è sviluppato un nuovo tipo di
religiosità. 2° Questa religiosità si lega ad un diffuso
sentimento di ribellione. 3° E’ possibile che le religioni
tradizionali vadano incontro a trasformazioni e riorganizzazioni
sostanziali in conseguenza dell’impatto che subiranno da parte di
questa nuova religiosità - nonché, naturalmente, in conseguenza dei
cambiamenti vertiginosi che si stanno dando all’interno di tutte
le società. 4° E’ altamente probabile che tutti i popoli del
pianeta subiranno una sorta di grossa scossa di ordine psico-sociale
di cui il nuovo tipo di religiosità cui abbiamo accennato costituirà
un fattore determinante.
Non
credo, d’altra parte - pur sapendo che la mia opinione risulterà
in contrasto con quella della maggior parte dei ricercatori sociali -
che le religioni abbiano perso in dinamica; non credo che il loro
potere di decisione in campo politico, economico e sociale stia
diminuendo, né tanto meno credo che il sentimento religioso abbia
cessato di produrre grandi commozioni nella coscienza dei popoli.
Cerchiamo
ora di sostenere queste opinioni con alcuni fatti.
I
libri di storia affermano che nella fascia compresa tra il 20° e il
40° grado di latitudine Nord e tra il 30° e il 90° grado di
longitudine Est sono sorte le grandi religioni che hanno finito per
espandersi in tutto il mondo. Per maggior precisione possiamo
concentrarci su tre zone, conosciute oggi come Israele, Iran e India,
le quali per millenni hanno funzionato come dei centri di controllo,
per così dire, della pressione barometrica dello spirito umano: da
esse sono sorte, come dei cicloni, nuove idee religiose che hanno
spazzato via sistemi politici, forme di organizzazione sociale e
costumi precedenti al loro apparire e nel contempo hanno portato una
fede ed una speranza per quanti si sentivano senza alcun futuro in un
sistema di potere ed in un mondo agonizzanti.
L’ebraismo
ha prodotto una religione nazionale, nonché una religione
missionaria a carattere universale: il cristianesimo. Da parte sua il
genio del popolo arabo ha plasmato, sulla base delle multiformi
credenze delle sue tribù, una religione anch’essa missionaria ed
universale, l’islam, la quale fin dalle origini ha tratto
dall’ebraismo e dal cristianesimo aspetti importanti della propria
dottrina. Tanto l’ebraismo, come religione nazionale, che il
cristianesimo e l’islam, come religioni universali, continuano a
vivere ed a trasformarsi.
Più
ad oriente, in Iran, dalla radice dell’antica religione nazionale
sono sorte nuove religioni, anch’esse missionarie ed universali.
Oggi restano solo centomila fedeli della religione madre, radicati
in India, soprattutto a Bombay. Nel suo paese d’origine l’antica
religione non ha ormai nessuna rilevanza, essendo l’Iran caduto in
mano dell’islam. Quanto alle religioni missionarie c’è da dire
che esse si espansero, fino al IV secolo della nostra era, sia verso
Oriente che verso Occidente, sempre contrastando il passo al
cristianesimo, al punto che, per un certo periodo, sembrarono imporsi
su di questo: ma alla fine il cristianesimo ebbe il sopravvento ed
esse furono messe al bando, al pari del paganesimo antico. Dunque
queste religioni nate in Iran sembrerebbero scomparse per sempre;
eppure, molti loro temi hanno influenzato l’ebraismo, il
cristianesimo e l’islam tanto profondamente da determinare
l’apparizione di eresie in opposizione alla visione ortodossa di
queste religioni. La setta sciita dell’islam, che costituisce la
religione ufficiale dell’Iran odierno, è stata recentemente scossa
da forti sommovimenti, ed è proprio in Iran che, nel secolo scorso,
è sorta una nuova forza religiosa, il Bâ, da cui è derivata la
fede Ba’hai.
In
India, poi, dalla religione nazionale sono sorte svariate altre
religioni, tra le quali spicca il buddismo per il suo carattere
missionario ed universale. Sia la religione madre che altre nate
nell’era precedente all’attuale mantengono un grande vigore. E in
questo secolo, per la prima volta, la religione nazionale,
l’Induismo, ha iniziato a muoversi verso Occidente, inviando varie
missioni tra le quali la più conosciuta è la fede Hare Krishna.
Forse questa espansione costituisce una risposta all’arrivo in
India del cristianesimo sull’onda del colonialismo inglese.
Ci
sarebbero poi da considerare altre importanti religioni, della Cina,
del Giappone, dell’Africa Nera; e quelle, oramai scomparse, del
continente americano. Il punto è che esse non furono capaci di
creare delle grandi correnti religiose sovranazionali come fecero
invece il cristianesimo, l’islam ed il buddismo. In seguito il
cristianesimo arrivò in America e vi si radicò; mentre l’islam,
bandito dall’Europa, superò i confini del mondo arabo e si espanse
in tutta l’Africa, nonché in Turchia, Russia, India, Cina ed
Indocina. Il buddismo, da parte sua, si aprì la strada verso il
Tibet, la Cina, la Mongolia, la Russia, il Giappone e tutto il
Sud-Est Asiatico.
Ma
le grandi religioni universali furono travagliate dagli scismi
praticamente fin dal loro sorgere e si divisero in sette. L’islam
in sunniti e sciiti, il cristianesimo in nestoriani, monofisiti, ecc.
Già dal tempo delle riforme di Lutero, Calvino, Zwinglio e degli
Anglicani, il cristianesimo in Occidente risulta diviso in due grandi
sette, genericamente chiamate protestante e cattolica (a cui si deve
aggiungere l’ortodossa ad Oriente). Dunque, con la frammentazione
delle grandi religioni, appaiono le grandi sette. Se la lotta tra le
grandi religioni per la conquista del potere temporale fu lunga e
cruenta (basti pensare alle Crociate), la guerra tra le grandi sette
di una stessa religione raggiunse livelli di crudeltà inauditi. In
varie occasioni il mondo fu devastato da Riforme e Controriforme. Fu
così fino all’epoca delle rivoluzioni, il cui avvento segna
l’inizio di quella che si suole chiamare l’ “Età Moderna”.
In
Occidente le rivoluzioni inglese, americana e francese moderano gli
eccessi religiosi mentre nuove idee di libertà, uguaglianza e
fraternità si diffondono nel tessuto sociale. E’ l’epoca delle
rivoluzioni borghesi. Ma ecco apparire tendenze curiose come quella
del culto della dea Ragione - una forma di religiosità
razionalistica. Altre correnti, che si rifanno in vari modi alle
ideologie scientifiche, proclamano ideali ugualitari ed arrivano
persino a prospettare la necessità di una pianificazione della
società: pianificazione che molto spesso assume risvolti da “Vangelo
Sociale”... L’era industriale ha ormai assunto un carattere
specifico e le scienze si sono riorganizzate sulla base di nuovi
paradigmi. In quest’epoca la religione ufficiale perde molto
terreno.
Nel
Manifesto Comunista5, Marx e Engels descrivono con
molta acutezza gli inventori di vangeli sociali. Cito il terzo
paragrafo del capitolo III: “I sistemi socialisti e comunisti
propriamente detti, i sistemi di Saint-Simon, di Fourier, di Owen,
ecc., appaiono nel primo periodo della lotta fra proletariato e
borghesia (...)”. E più avanti: “Siccome gli antagonismi di
classe si sviluppano di pari passo con lo sviluppo dell’industria,
gli autori di questi sistemi non trovano neppure le condizioni
materiali per l’emancipazione del proletariato e vanno in cerca,
per crearle, di una scienza sociale e di leggi sociali. Al posto
dell’azione sociale deve subentrare la loro azione inventiva
personale; al posto delle condizioni storiche dell’emancipazione,
condizioni fantastiche; al posto del graduale organizzarsi del
proletariato come classe, un’organizzazione della società
escogitata di sana pianta”.
In
una di queste correnti di “Vangelo Sociale” si forma Auguste
Comte. Lavora nel giornale di Saint-Simon e collabora con questi alla
redazione de Il catechismo degli industriali. Comte è noto
per aver dato inizio ad una corrente di pensiero, il Positivismo, e
per aver elaborato i concetti-chiave ed il nome stesso (Sociologia)
delle scienze sociali. Comte arriverà a scrivere Il catechismo
positivista e a fondare la “Religione dell’Umanità”.
Questo culto oggi come oggi sopravvive appena in Inghilterra mentre
in Francia, suo luogo d’origine, è ormai del tutto scomparso. Ma
esso aveva raggiunto anche l’America, mettendo solide radici in
Brasile con ricadute notevoli sulla formazione, non tanto religiosa
quanto filosofica, di varie generazioni positiviste.
Intanto
molte delle nuove correnti sono approdate ad un ateismo militante,
come è il caso di Bakunin e degli anarchici, nemici di Dio e dello
Stato. In questi casi non si tratta semplicemente di irreligiosità
ma di furibondi attacchi contro tutto ciò che suona come religione
ed in particolare come cristianesimo. Anche la frase di Nietzsche
“Dio è morto” si è già fatta sentire.
Ma
altri fattori di mutamento sono all’opera. In Svizzera Leon Rivail
lavora per mettere in pratica le idee di Pestalozzi, uno dei creatori
della pedagogia moderna. Rivail prende il nome di Allan Kardek e
fonda uno dei movimenti religiosi più importanti degli ultimi anni,
il cosiddetto “Spiritismo”. Il libro degli Spiriti di
Kardek viene pubblicato nel 1857 ed il movimento a cui dà luogo si
espande tanto in Europa che in America ed arriva fino in Asia.
Verranno
poi la Teosofia, l’Antroposofia ed altre correnti che possiamo
collocare più all’interno dell’occultismo che delle religioni.
Né lo spiritismo né i gruppi occultisti possiedono le
caratteristiche di sette interne ad una religione: si tratta di
formazioni di altro tipo, comunque non aliene al sentimento
religioso. Tali associazioni, tra le quali possiamo annoverare anche
i Rosa-Croce e la Massoneria, raggiungono la maggiore diffusione nel
secolo scorso, con l’eccezione dello Spiritismo che continua a
conoscere un vigoroso sviluppo anche nel momento attuale.
Quando
entriamo nel XX secolo il panorama è ormai caotico. Sono già
apparse sette cristiane come i Mormoni e i Testimoni di Geova e molte
altre che sono sette di sette: la proliferazione è enorme.
Altrettanto è successo in Asia dove, al pari dell’Occidente, i
“Vangeli Sociali” hanno spesso assunto un’inclinazione mistica.
Questo era successo in Cina già nell’Ottocento con i Tai-Ping che
negli anni cinquanta si erano impadroniti di una parte importante del
paese: era loro mancata solo la presa di Pechino per proclamare una
repubblica socialista, collettivizzare i mezzi di produzione e
instaurare il principio di uguaglianza delle condizioni di vita per
tutto il popolo. Le idee politiche proclamate dal “Re Celeste”,
capo del movimento, erano impregnate di taoismo e di cristianesimo.
La lotta contro l’Impero era costata milioni di vite...
Nel
1910 in Russia muore Tolstoi. Si era troppo allontanato dalla Chiesa
Ortodossa ed il Santo Sinodo aveva deciso di scomunicarlo. Era stato,
pur se a suo modo, un cristiano convinto. Aveva proclamato un suo
vangelo: “Non partecipare alla guerra; non giurare; non giudicare;
non resistere al male con la forza”. Poi aveva abbandonato tutto:
libri, casa, famiglia. Non era più, ormai, il brillante scrittore
acclamato in tutto il mondo, l’autore di Anna Karenina e di
Guerra e Pace. Era divenuto il mistico
cristiano-anarco-pacifista, l’autentica fonte di una nuova proposta
e di una nuova metodologia di lotta: la non violenza.
L’anarco-pacifismo di Tolstoi si combina con le idee di Ruskin e
con il “Vangelo Sociale” di Fourier (uno dei filosofi menzionati
da Marx ed Engels nel brano del Manifesto citato in
precedenza) nell’animo di in un giovane avvocato indiano che lotta
per la non-discriminazione razziale in Sudafrica: Mohandas Gandhi6.
Gandhi, seguendo il modello di Fourier, fonda un falansterio ma
soprattutto si dedica a sperimentare una nuova forma di lotta
politica. Ritorna in India e, negli anni seguenti, intorno alla sua
persona si aggrega il movimento di indipendenza indiano. Con lui
iniziano le marce pacifiche, gli scioperi a braccia incrociate, i
sit-in stradali, gli scioperi della fame, le occupazioni pacifiche...
In una parola, tutto ciò che Gandhi chiama “resistenza civile”.
Non si tratta più di occupare i centri nevralgici del potere,
secondo la tattica rivoluzionaria di Trotsky. Si tratta al contrario
di fare il vuoto. Ecco allora sorgere una strana opposizione: quella
tra una forza morale da un lato e la prepotenza economica, politica e
militare dall’altro. Certo è che con Gandhi non siamo più in
presenza di un pacifismo piagnucoloso ma di una resistenza attiva.
Probabilmente è questo il tipo di lotta più coraggioso, perché
alle pallottole degli invasori e dei colonizzatori occidentali si
oppongono il corpo e le mani nude. Gandhi, questo “fachiro nudo”,
come lo chiama il Primo Ministro inglese, vince la guerra
d’indipendenza ma subito dopo cade assassinato.
Intanto
il mondo ha compiuto una svolta straordinaria. E’ scoppiata la
Prima Guerra Mondiale e la Rivoluzione Socialista ha trionfato in
Russia. La rivoluzione dimostra nei fatti che idee considerate
utopistiche dai benpensanti dell’epoca non solo possono essere
applicate ma modificano veramente la realtà sociale. Le nuove
strutture organizzative ed il sistema di pianificazione della Russia
cambiano la carta politica d’Europa. La filosofia che è alla base
delle idee della rivoluzione comincia a diffondersi impetuosamente
nel mondo. Il marxismo passa rapidamente da un continente all’altro,
non più solo da un paese all’altro.
E’
bene ricordare alcuni avvenimenti di quest’epoca di guerra
(1914-18). Qualsiasi manuale di consultazione di date ed eventi
riporta più o meno questi fatti: Richardson formula la teoria
elettronica della materia; Einstein presenta la Teoria Generale della
Relatività; Windhaus studia alcuni aspetti fondamentali della
Chimica Biologica; Morgan i meccanismi dell’ereditarietà
mendeliana; Mayerhof la fisiologia muscolare; Juan Gris rivoluziona
la pittura; Bartók scrive le Danze ungheresi, e Sibelius la
Sinfonia N. 5; Siegbahn studia lo spettro dei Raggi X; Pareto
scrive il Trattato di sociologia generale; Kafka La
metamorfosi; Spengler Il tramonto dell’Occidente;
Mayakovsky il Mistero buffo; Freud pubblica Totem e tabù
e Husserl Idee per una fenomenologia.
Comincia
la guerra aerea e sottomarina; si usano i gas asfissianti. In
Germania nasce il gruppo “Spartacus”; in Palestina si spezza il
fronte turco; Wilson proclama i “14 Punti”; i Giapponesi
penetrano in Siberia; scoppiano rivoluzioni in Austria e in Germania;
viene proclamata la Repubblica in Germania, Ungheria e
Cecoslovacchia; nasce lo Stato jugoslavo e la Polonia conquista
l’indipendenza; l’Inghilterra concede il voto alle donne; viene
aperto il canale di Panama; in Cina viene restaurato l’Impero; i
Portoricani diventano cittadini statunitensi; viene proclamata la
Costituzione messicana.
Siamo
agli albori della rivoluzione tecnologica, del crollo del
colonialismo e dell’espansione dell’imperialismo su scala
mondiale. Negli anni seguenti la lista degli eventi decisivi diventa
lunghissima e citarla sarebbe improponibile: tuttavia, per i fini che
ci siamo proposti, è necessario ricordare alcuni di tali eventi.
Nella scienza Einstein rende la ragione più elastica: non ci sono
più verità assolute ma solo verità relative ad un sistema. Freud
postula che la ragione stessa sia mossa da forze oscure e che la vita
umana sia determinata dalla lotta tra queste forze e le
sovrastrutture della morale e dei costumi. Con il suo modello atomico
Bohr propone una struttura della materia dove predomina il vuoto...
tutto il resto è costituito da cariche elettriche e masse
infinitesimali. Secondo gli astrofisici l’universo, dopo
l’esplosione iniziale che lo ha visto nascere, continua ad
espandersi formando galassie, grappoli di galassie ed universi-isole;
questo processo, che comporta necessariamente un aumento di entropia,
si concluderà con una catastrofe... In una galassia a spirale,
scarsamente popolata (solo cento miliardi di stelle), c’è un sole
giallastro, situato in posizione periferica a trentamila anni-luce
dal centro del sistema. Un’assurda particella di dodicimila
chilometri di diametro gira intorno a questo sole all’insignificante
distanza di otto minuti-luce; ed in questa particella è scoppiata
una nuova guerra dove sono coinvolti anche i punti tra loro più
distanti...
I
fascismi avanzano. Un loro esponente conia il grido “Viva la
morte!”. Ma questa nuova guerra non è un conflitto religioso, è
una lotta tra uomini d’affari ed ideologie deliranti: genocidi ed
olocausti, fame, malattie e distruzioni ad un livello prima
sconosciuto. La vita umana si riduce all’assurdo. Alcuni pensano:
“Perché esistere?”, “Che cosa significa esistere?”. Il mondo
è esploso. I sensi ingannano; la realtà non è quella che
percepiamo. Un giovane fisico, Oppenheimer dirige il progetto
Manhattan e nel contempo studia il sanscrito per avvicinarsi alla
filosofia vedica. All’alba dell’8 agosto 1945 quel giovane fisico
entra nella storia. Sulla terra è esploso un sole in miniatura.
L’era nucleare è iniziata ma con essa termina la Seconda Guerra
Mondiale. Altri uomini hanno distrutto Hiroshima e Nagasaki. Non
esiste ormai civiltà o punto del pianeta che non si trovi a contatto
con gli altri. La rete di comunicazioni copre il mondo: non si tratta
solo dello scambio di prodotti per via aerea, marittima, ferroviaria;
si tratta della comunicazione attraverso segni linguistici, grazie
alla trasmissione della voce umana e dell’informazione che possono
arrivare istantaneamente in tutti i punti del pianeta. Mentre le
ferite del mondo si cicatrizzano, il Pakistan e l’India diventano
indipendenti e scoppia la guerra in Indocina. Nascono lo Stato
d’Israele e la Repubblica Popolare Cinese, guidata da Mao.
Nel
1951 nell’Europa socialista nasce il Comecon ed in quella
occidentale la Comunità del Carbone e dell’Acciaio. Siamo nel
pieno della guerra di Corea e di quell’altra guerra tra capitalismo
e socialismo meglio nota come “guerra fredda”. Negli Stati Uniti
il senatore Mac Carthy dà inizio alla caccia alle streghe: persone
sospette o spie minori, come i coniugi Rosenberg, vengono destituite
dai loro incarichi, arrestate o uccise. Nell’altro campo lo
stalinismo si macchia di ogni genere d’atrocità e di repressione.
Ma dopo la morte di Stalin, Kruscev, salito al potere, svela al mondo
la realtà dello stalinismo. Gli intellettuali in buona fede, che
consideravano le accuse all’URSS come propaganda dell’Occidente,
restano esterrefatti. Scoppiano disordini in Polonia e Gomulka torna
al potere. Esplode la rivolta in Ungheria. Il gruppo dirigente
dell’URSS deve scegliere tra la difesa della sicurezza nazionale e
quella della propria immagine internazionale. Sceglie la difesa della
sicurezza nazionale: i carri armati sovietici invadono l’Ungheria.
Per il partito è uno shock di dimensione planetaria.
Cominciano
a soffiare venti nuovi. La nuova fede comunista entra in crisi. In
Africa i movimenti di liberazione si succedono l’uno all’altro;
cambiano le frontiere dei paesi; il mondo arabo è in preda ad una
sorta di convulsione; in America Latina si acutizzano le ingiustizie
sulle quali fondano la loro forza i regimi tirannici lì sorti come
tardive imitazioni dei fascismi europei. Colpo di stato dopo colpo di
stato, i dittatori si susseguono. Gli Stati Uniti, che ormai hanno
assunto la struttura di un impero, considerano l’America Latina
come il loro cortile di casa. L’enorme ricchezza del Brasile è in
poche mani: il paese cresce e le sue stridenti disuguaglianze si
accentuano. E’ un gigante addormentato che si sta svegliando: le
sue frontiere toccano quasi tutti i paesi del Sud America; i suoi
culti, come la Umbanda ed il Candomblè originari dell’Angola e di
altre regioni africane, si diffondono in Uruguay, Argentina e
Paraguay. La “Svizzera d’America”, come era chiamato l’Uruguay,
dichiara bancarotta. L’Argentina, la cui economia era basata
sull’agricoltura e la pastorizia, subisce grandi trasformazioni. In
questo paese sono apparsi i più straordinari movimenti di massa che
l’America ricordi: qui un presidente di grande popolarità e sua
moglie, una donna dotata di grande carisma7, avevano
definito la propria dottrina con il termine “mistica sociale”;
sempre qui, prima di loro, era salito al potere un presidente di
tendenza politica quasi opposta ma altrettanto popolare che proveniva
dai circoli spiritisti e krausisti8; qui nel 1955 molte
chiese cattoliche vengono date alle fiamme... che cosa sta succedendo
in Argentina? Il paese, prima tranquillo, non è più il “granaio
del mondo” e lotta per scrollarsi di dosso i resti del colonialismo
economico britannico. In questi conflitti si forma Ernesto “Che”
Guevara che più tardi, dopo la rivoluzione che nel 1959 depone
Batista, farà parte del gruppo che governerà Cuba. Poi continuerà
la sua lotta in altri paesi ed in altri continenti (una rivolta
guevarista sarà sconfitta in Sri Lanka). L’influenza del “Che”
farà esplodere la guerriglia giovanile in diverse parti del mondo.
Egli è insieme il teorico e l’uomo d’azione; usa le antiche
parole di San Paolo, cerca di definire l’”uomo nuovo”. Con
tono quasi poetico dirà: “Da oggi la storia dovrà tener conto dei
poveri d’America”. A poco a poco si allontana dalle sue
concezioni di partenza. La sua immagine resta fissata in una
fotografia che fa il giro del mondo. E’ morto. In un luogo sperduto
della Bolivia diventa il Cristo de las Higueras.
In
questo periodo la Chiesa Cattolica pubblica numerosi documenti sulla
questione sociale ed organizza l’internazionale Social-Cristiana
che assume nomi diversi nei diversi paesi. In più parti d’Europa
la Democrazia Cristiana si impone in campo politico: da allora in
avanti, nel Vecchio Continente, il potere oscillerà tra
socialdemocratici, socialcristiani e liberalconservatori. Il
social-cristianesimo si diffonde anche in America Latina. Intanto in
Giappone lo shintoismo attraversa una grave crisi per il fatto di
essere la religione imperiale: ma ecco che dal buddismo nasce la
piccola setta Soka Gakkai, che nell’arco di sei anni arriva a
contare sei milioni di aderenti. A quel punto essa lancia il
Komeito, che diventa il terzo partito politico del paese.
Nel
1957 l’URSS mette in orbita il primo satellite artificiale. Dopo
questa impresa almeno due cose diventano chiare per il grande
pubblico: 1) i viaggi interplanetari sono possibili; 2) usando i
satelliti come antenne di ricezione e trasmissione è possibile
collegare attraverso la televisione tutto il pianeta. Grazie ai
satelliti per telecomunicazioni, le immagini vengono trasmesse a
qualunque punto in cui si trovi un ricettore. La rivoluzione
elettronica spazza via le frontiere. E così, naturalmente, sorge un
altro problema: quello della manipolazione dell’informazione e
dell’utilizzo di una propaganda altamente sofisticata. Ora il
Sistema entra in ogni casa ma vi entra anche l’informazione.
Dopo
gli esperimenti nucleari nell’atollo di Bikini si impone nella moda
il costume da bagno che porta lo stesso nome. Le camicie di Mao Tze
Tung entrano a far parte dell’abbigliamento informale. L’opulenza
fisica di Marilyn Monroe, Anita Ekberg, Gina Lollobrigida lascia il
posto ad un altro genere, l’unisex, che tende a rendere meno
marcate le differenze tra i sessi. I Beatles diventano il nuovo
modello giovanile. In tutto il mondo i ragazzi accarezzano i loro
jeans. Nella piramide demografica europea gli uomini hanno subito un
calo numerico proporzionalmente notevole per cui non sorprende che in
Europa, a partire dal periodo bellico, le donne occupino posti
lavorativi anche a livello direttivo: ma lo stesso accade negli Stati
Uniti ed in altre parti del mondo, che pure non hanno conosciuto la
carneficina della guerra con la stessa intensità dell’Europa. Si
tratta di un fenomeno mondiale, nonostante le resistenze degli
assertori della discriminazione... che però non procede alla stessa
velocità di altri. In Svizzera la proposta di estendere il voto alle
donne è nuovamente bocciata; ma, comunque sia, le ragazze sono ormai
nelle scuole, nei licei e nelle università, fanno militanza politica
e protestano contro l’establishment.
Alla
fine degli anni Sessanta la rivoluzione giovanile esplode
simultaneamente in tutto il mondo. Prima gli studenti del Cairo, poi
quelli di Nanterre e della Sorbona. L’onda arriva a Roma ed in
tutta Europa. In Messico le forze di sicurezza uccidono 300 studenti.
Le giornate del Maggio ‘68 fanno ammutolire i partiti politici.
Nessuno sa bene cosa stia succedendo... neppure i protagonisti. E’
una sorta di marea psicosociale che sale. I protagonisti del Maggio
proclamano: “Non sappiamo che cosa vogliamo però sappiamo che cosa
non vogliamo”. Di che cosa abbiamo bisogno?.. “Dell’immaginazione
al potere!”. Le manifestazioni di studenti e di giovani operai si
ripetono in vari paesi. A Berkeley assumono il carattere di
opposizione alla guerra in Vietnam; in Europa e in America Latina le
motivazioni sono diverse ma in ogni caso è la simultaneità del
fenomeno che sorprende. La nuova generazione dimostra che il pianeta
è unificato. In Francia allo sciopero del 20 Maggio aderiscono sei
milioni di operai; il governo organizza contromanifestazioni ed il
regime di De Gaulle traballa. Negli Stati Uniti il leader dei diritti
civili, il pastore protestante Martin Luther King, cade assassinato.
Hippies, yippies9, mode contestatarie e musica, molta
musica, danno il tono al nuovo ambiente giovanile. Una parte di
questa nuova generazione si avventura su tre diverse strade: la
guerriglia, la droga e la mistica. Ciascuna delle tre vie è diversa
dalle altre due e generalmente vi entra in conflitto, ma tutte
sembrano contenere lo stesso segno di ribellione al Sistema. I
guerriglieri si organizzano in colonne, come la Baader-Meinhoff o le
Brigate Rosse, o in commandos, come i Tupamaros, i Montoneros, il
M.I.R.10 , ecc. Il modello per molti è Che Guevara.
Uccidono e si uccidono. Altri prendono a modello l’insegnamento di
Aldous Huxley e dei grandi psichedelici come Baudelaire. Anche tra di
loro molti si suicidano. Infine il terzo gruppo esplora tutte le
possibilità di cambiamento interiore; ha come modello Alan Watts11,
San Francesco d’Assisi e la cultura orientale in generale ed anche
in questo gruppo molti si autodistruggono. E’ chiaro che in totale
questi tre gruppi costituiscono un’infima parte della nuova
generazione ma in ogni caso essi rappresentano un sintomo dei nuovi
tempi. La reazione del Sistema non si fa attendere: “tutti i
giovani sono sospetti”. La caccia ha inizio, ovunque, con metodi
brutali o sofisticati a seconda dei mezzi di cui si dispone nei
diversi paesi. Fenomeni politici come l’IRA (Movimento di
Liberazione Irlandese)12 o l’organizzazione basca ETA, o
il movimento corso, o, infine, l’OLP (palestinese) non rispondono
esattamente allo schema generazionale che stiamo descrivendo. Sono
casi differenti anche se, in alcune occasioni, si incrociano con i
movimenti di cui parlavamo prima.
Nel
1969 gli Stati Uniti inviano il primo uomo sulla Luna. Lo sbarco è
teletrasmesso in diretta. Dal tempo della “Guerra dei Mondi”, che
seminò il panico negli Stati Uniti, la fantascienza ha guadagnato
molto terreno. Ormai essa non si occupa solo di marziani che lottano
contro i terrestri: in molti racconti, film o serie televisive, i
protagonisti sono robot, computer, mutanti, androidi o semidei.
Proviamo a ricordare. A partire dal 1945, in molti paesi è cresciuto
il numero di segnalazioni di strani oggetti avvistati in cielo. A
volte si tratta di luci di difficile classificazione. Si comincia a
designarli con il nome di “dischi volanti” o più genericamente
con quello di UFO. Le loro apparizioni sono intermittenti. Psicologi
come Jung si occupano del tema. Fisici e astronomi assumono una
posizione scettica. Alcuni scrittori, come Cocteau, arrivano ad
affermare che si tratta di “esseri del futuro che tornano a
sfiorare il loro passato”. Dappertutto sorgono centri di
osservazione, spesso collegati tra loro ed iniziano le pratiche di
“contatto” con esseri che si suppone provengono da altri mondi.
Al giorno d’oggi questo tipo di credenza ha guadagnato uno spazio
considerevole. L’avvistamento di UFO è segnalato con maggiore
frequenza nelle Isole Canarie, nel sud della Francia, nel sud
dell’URSS, nella costa occidentale degli Stati Uniti, in Cile, in
Argentina, in Brasile. Nel 1986 il governo di quest’ultimo paese
dichiara ufficialmente l’avvenuto contatto visivo e radar con UFO.
E’ la prima volta che un governo fa un’affermazione simile. Nella
dichiarazione si sottolinea anche il fatto che la forza aerea ha
inseguito l’oggetto volante...
Come
abbiamo detto prima il cattolicesimo ha riconquistato spazio grazie
ai partiti politici confessionali; ma l’islam non gli è stato da
meno. Numerose monarchie e governi moderati vengono abbattuti e le
repubbliche islamiche si moltiplicano. Dunque, già a partire dagli
anni Settanta, le grandi religioni recuperano spazio politico ed
economico: tuttavia c’è una grande preoccupazione per la fede.
Tutti comprendono che non basta recuperare il terreno che a suo tempo
era stato sottratto dalle forze politiche, non basta diventare gli
intermediari tra il cittadino e lo Stato, tra il bisogno e la sua
soddisfazione. Acuti osservatori musulmani avvertono che molte cose
sono cambiate. L’antica organizzazione tribale risulta assai
indebolita; in molti paesi la ricchezza creata dal petrolio è stata
incanalata verso l’industrializzazione per cui cominciano a
sorgere grandi centri urbani. Le famiglie diventano meno numerose e
si riducono a vivere in appartamenti. Dai paesi più poveri cresce
l’esodo verso l’Europa alla ricerca di un posto di lavoro; per
gli emigranti il paesaggio della gioventù è un ricordo lontano. I
paesi musulmani che iniziano a godere della prosperità che deriva
loro dal petrolio, scoprono allo stesso tempo l’influenza delle
istituzioni, dei comportamenti e delle mode occidentali, in
particolar modo tra le classi socialmente dominanti. In questo clima
di cambiamento lo Shah dell’Iran impone l’occidentalizzazione
forzata e lo fa nel modo più dispotico visto che dispone
dell’esercito più pesantemente armato di tutto il Medio Oriente.
La mano d’opera agricola, assai arretrata, è assorbita dai centri
petroliferi, le città crescono per l’esodo interno... tutto è
sotto controllo. C’è solo un leader dissidente ma non si tratta di
un politico. Vive in esilio in Francia, mentre in patria i vari
partiti politici, controllati dalla Savak, la polizia segreta
iraniana, portano avanti un gioco diretto dai loro padroni stranieri.
Non sorprende che nessuno presti attenzione ad un vecchio teologo
dell’Università di Quom. “Niente di serio”, pensano
tanto gli analisti politici dell’URSS che quelli occidentali.
All’improvviso il ciclone dell’antico Iran si mette di nuovo in
movimento. Ecco riapparire il creatore di correnti spirituali
universali, il formatore di eresie, di lotte religiose. Nel giro di
una settimana il mondo intero assiste attonito ad una reazione
psicosociale a catena... sembra un sogno. I governi si succedono
l’uno all’altro, l’amministrazione pubblica si svuota, si
liquefà. L’esercito rimane paralizzato e si autodistrugge. Solo la
struttura religiosa continua a funzionare. Nelle moschee i mullah e
gli ayatollah seguono i dettami del mitico Imam. Tutto quello che
viene dopo è storia molto triste, molto sanguinosa e molto recente.
Khomeini ha detto: “Il governo islamico è governo di diritto
divino e le sue leggi non possono essere cambiate, né riformate né
discusse. La differenza fondamentale tra un governo islamico ed i
diversi governi monarchici e repubblicani risiede nel fatto che in
questi ultimi sono i rappresentanti dello Stato o gli eletti dal
popolo a proporre e votare le leggi, mentre nell’islam l’unica
autorità è l’Onnipotente e la sua volontà divina”. Da parte
sua Muhammar Al Gheddafi, in un discorso dell’ottobre 1972 a
Tripoli, aveva affermato: “L’islam è una verità immutabile; dà
all’uomo la sensazione di sicurezza giacché sorge da Dio. Le
teorie inventate dall’uomo possono essere generate dalla follia,
come lo fu quella propugnata da Malthus. Anche le leggi dettate
dall’uomo non sono esenti da falsità e farneticazioni. Da questo
si deduce che è completamente erroneo governare la società umana in
nome di leggi temporali o di Costituzioni”.
Ho
citato questi brani di Khomeini e Gheddafi indubbiamente fuori
contesto. Ma ciò che mi premeva trasmettere era un aspetto-chiave
del fenomeno religioso islamico e cioè la subordinazione a sé di
ogni attività e quindi anche di quella politica. E un tale modo di
pensare, che sembrava in regresso, sta invece riprendendo vigore.
Sappiamo che l’islam si sta espandendo negli Stati Uniti. In
Francia, oggi come oggi, esistono 200.000 convertiti e non si tratta
di arabi o di loro discendenti. Naturalmente cito questi due casi
solo come esempio perché l’islam ha dovuto trasformarsi in
profondità per potersi espandere in Occidente. Le forme dervisce e
sufi sono casi particolari di questa tendenza all’adattamento.
Nel
caso del cristianesimo è possibile osservare una certa mobilità
interna nel senso che c’è passaggio di fedeli dall’una all’altra
delle sue grandi sette. Così i cattolici guadagnano la periferia di
quei paesi in cui i protestanti costituiscono la “religione
ufficiale” e occupano pertanto i centri di potere. Viceversa, nei
paesi che si definiscono “cattolici”, le sette protestanti
tendono ad occupare la periferia abbandonata dai cattolici stessi.
Questo cambiamento è rapido, percettibile, il che mette entrambe le
sette in allarme, logicamente quando si trovano in posizione di
potere. A volte in questa lotta i contendenti ricorrono a colpi
bassi. Certo non è corretto attribuire al protestantesimo in
generale la responsabilità del fatto che un demente di nome Manson
porti sempre con sé una croce e una Bibbia quando assassina le sue
vittime; e neppure del fatto che i cristiani protestanti del “Tempio
del Popolo” compiano, in una sorta di parodia di Masada, assassinii
e suicidi collettivi nella Guyana... Questi, secondo la mia opinione,
sono fenomeni propri di quella sorta di scossone psicosociale di cui
parlavamo all’inizio e valgono come sintomi di avvenimenti di più
ampia portata ai quali la società attuale sembra trovarsi molto
vicina.
A
mio parere il cattolicesimo ha la possibilità di recuperare una
parte dell’influenza persa in America Latina e quindi, di rimbalzo,
in Africa. Il realizzarsi o meno di questa possibilità dipende da
quello che sarà il destino della cosiddetta “Teologia della
Liberazione”. In questo caso cristianesimo e “Vangelo Sociale”
sono compatibili. Al momento il Nicaragua ne è il migliore esempio.
Durante la prima intervista di Fidel Castro a Frate Betto, svoltasi
all’Avana il 23 Maggio 1985, il sacerdote ha fatto la seguente
dichiarazione: “Comandante, sono sicuro che questa è la prima
volta che un capo di Stato di un paese socialista concede
un’intervista esclusivamente sul tema della religione. L’unico
precedente, in questo senso, è un documento sulla religione
pubblicato dalla Direzione Nazionale del Fronte Sandinista di
Liberazione Nazionale del Nicaragua nel 1980. Quella è stata la
prima volta che un partito rivoluzionario al potere ha pubblicato un
documento su questo tema: e da allora non c’è stata una parola più
informata o più profonda, anche dal punto di vista storico, sul tema
stesso. E considerando che in questo momento il problema religioso
gioca un ruolo ideologico fondamentale in America Latina;
considerando l’esistenza di numerose Comunità Ecclesiali di Base -
gli indigeni del Guatemala, i contadini del Nicaragua, gli operai del
Brasile e di molti altri paesi -; considerando infine l’offensiva
dell’imperialismo che a partire dal Documento de Santa Fé
vuole combattere direttamente l’espressione teorica di questa
Chiesa impegnata con i poveri, cioè la Teologia della Liberazione,
considerando tutto ciò penso che questa intervista e il contributo
da Lei dato siano molto importanti”, ecc. Da parte sua, Armando
Hard, Ministro della Cultura di Cuba, celebrando il dialogo
cristiano-marxista, afferma quanto segue nella sua introduzione al
libro Fidel Castro e la religione: “Questo è di per sé un
evento straordinario nella storia del pensiero umano. In queste
righe, l’aspetto etico-morale appare caricato di tutto il senso
umano che unisce tutti coloro che combattono per la libertà e in
difesa degli umili e degli sfruttati. Perché può avvenire questo
miracolo? Sociologi, filosofi, teologi e tutta una vasta gamma di
intellettuali di vari paesi dovrebbero porsi questa domanda”.
...Per
quanto ci riguarda, questa domanda noi non ce la poniamo più. Ci
sembra chiaro che la religiosità è in espansione. Qui come negli
Stati Uniti, in Giappone come nel mondo arabo e nei paesi dell’area
socialista, Cuba, Afghanistan, Polonia, URSS. Il dubbio che abbiamo,
piuttosto, riguarda la capacità delle religioni ufficiali di rendere
questo fenomeno compatibile con il nuovo paesaggio urbano. Saranno
in grado di farlo o ne saranno travolte? Potrebbe darsi che una
religiosità diffusa cresca attraverso gruppi piccoli e caotici,
senza costituire una chiesa vera e propria; in questo caso sarebbe
difficile comprendere il fenomeno nella sua reale portata. Sebbene il
paragone non sia del tutto legittimo, mi permetto di ricordare un
lontano precedente: nella Roma imperiale, mentre la religione
ufficiale perdeva forza, culti e superstizioni di tutti i tipi
arrivarono nell’Urbe dalle provincie periferiche. E uno di quei
gruppi insignificanti finì per diventare una chiesa universale... E’
chiaro che oggi, per potersi sviluppare, questa religiosità diffusa
dovrà saper combinare insieme il paesaggio e il linguaggio di
quest’epoca (il linguaggio della programmazione, della tecnologia,
dei viaggi spaziali) con un nuovo Vangelo Sociale.
Non
c’è altro. Molte grazie.
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