Religiosità oggi

SILO - CASA SUIZA, BUENOS AIRES, ARGENTINA
6 GIUGNO 1986


Nota:

Come premessa a questa conferenza abbiamo scelto di pubblicare il breve intervento di presentazione pronunciato da uno dei membri fondatori de “La Comunità per lo Sviluppo Umano”.


Quando si introduce un oratore, è prassi comune parlare dei discorsi da lui tenuti in precedenza e delle circostanze in cui si svolsero. E proprio questo faremo oggi.
Il primo intervento pubblico di Mario Luis Rodriguez Cobos, che tutti conosciamo col nome di Silo, fu proibito in ragione del coprifuoco promulgato dal governo dell’epoca: eravamo nel 1969, in pieno regime militare1. Si chiese allora alle autorità di poter tenere la conferenza al di fuori dei centri urbani: l’autorizzazione fu concessa con una nota sarcastica in cui si diceva che non era vietato ‘parlare alle pietre’. Così il 4 maggio 1969, in una località di montagna vicino a Mendoza nota col nome di Punta de Vacas, Silo parlò di fronte ad un piccolo gruppo di persone sorvegliate da uomini armati. Nonostante questo il messaggio andò ben al di là delle pietre, perché fu trasmesso dalla CBS e ripreso da 250 canali televisivi in tutto il pianeta.
Il 20 luglio dello stesso anno a Yala, nello Stato di Jujuy (sempre in aperta campagna), la polizia impedì una nuova conferenza disperdendo i presenti. Pochi mesi dopo, il 26 settembre a Cordoba, nel quartiere Yapeyù, le forze dell’ordine intervennero con gas lacrimogeni effettuando sessanta arresti: nessuna conferenza ebbe luogo.
Il 21 ottobre a Buenos Aires, dopo un attentato che fortunatamente ebbe lievi conseguenze, venne reso noto attraverso una conferenza stampa che Silo avrebbe fatto un nuovo tentativo di parlare in pubblico; l’appuntamento era fissato per il 31 ottobre in Plaza Once. Ma anche in questa occasione la polizia sparò candelotti lacrimogeni ed arrestò trenta persone. Così ancora una volta non vi fu alcuna conferenza.
Quando nel 1972 i vertici militari cambiarono2, a Silo venne concessa l’autorizzazione a tenere un breve corso su temi specifici ed in privato. Il corso ebbe luogo dal 16 al 19 agosto. Quindi andò al potere un governo civile, in teoria democratico dato che era stato eletto dal popolo. Così il 15 agosto 1974, a Cordoba, Silo tenne una conferenza in forma privata: furono eseguiti ottanta arresti. Due giorni più tardi, a Mar del Plata, le forze di polizia interruppero un’altra conferenza. Risultato: centocinquanta arresti. L’ultimo tentativo di parlare, effettuato in questa stessa sala il 13 settembre 1974, finì con l’arresto di cinquecento persone, tra cui lo stesso Silo che venne rinchiuso nel carcere di Villa Devoto a Buenos Aires: ed in quell’epoca si era retti da un governo democratico3 ...
In seguito, il 15 ottobre 1974 a Mendoza ci fu un attentato dinamitardo contro la casa di un compagno, l’incarcerazione di undici persone per sei mesi, nonché, il 24 luglio 1975 a La Plata, l’assassinio di due compagni. La persecuzione che allora si scatenò portò al licenziamento di centinaia di nostri amici, alla condanna all’esilio per altri e, come ultima conseguenza, alla dispersione al di fuori di questo paese del movimento che si era creato intorno a Silo.
Dopo il nuovo colpo di stato4 , si scartò definitivamente la possibilità che Silo potesse tenere delle conferenze in Argentina; si sparse però la voce che lo avrebbe fatto in Europa ed in Asia. Ecco però che una settimana prima della sua partenza per l’estero, il 12 agosto 1981 Silo fu fatto segno a colpi d’arma da fuoco. Al suo ritorno, Silo ricevette l’invito a presentare uno dei suoi libri, appena pubblicato dalla casa editrice Bruguera, alla VIII Fiera Internazionale del Libro di Buenos Aires: era il 10 aprile 1982. Le autorità consentirono l’ingresso soltanto a venti persone perché, secondo loro, ‘il pavimento era in cattive condizioni’.
Se aggiungiamo a tutto quanto ho raccontato la continua e malevola deformazione delle nostre idee portata avanti dalla stampa dei passati regimi, comprenderemo con quale moneta siano state ripagate in questo paese la predicazione del pacifismo e la metodologia della non violenza.
Dato che siamo tornati ad un regime democratico, oggi Silo parlerà: vogliamo sperare che non sorgano altri inconvenienti”.



A chi può risultare utile una discussione sul tema della religiosità nel mondo d’oggi? Dipende. Per chi si interessa dei fenomeni sociali ogni cambiamento nel campo delle credenze o della religiosità può risultare interessante. Per il politico il tema non è importante... se la religiosità è in declino, mentre merita attenzione se essa è in crescita. Noi, gente comune, potremmo essere attratti da questo tema se esso risultasse connesso con una qualche ricerca o aspirazione che andasse al di là della nostra problematica quotidiana. Trattandosi di interessi tanto diversi, non credo che quanto dirò potrà soddisfarli tutti.
Stando così le cose, non pretenderò di svolgere un’esposizione scientifica alla maniera dei sociologi ma mi preoccuperò soltanto di illustrare i miei punti di vista. Né darò una definizione della religiosità o della religione ma lascerò i due termini nel vago, attribuendo loro il significato generico con il quale vengono compresi dal cittadino medio. E’ evidente però che non confonderemo una particolare religione - con la sua chiesa, il suo culto, la sua teologia - con la religiosità o sentimento religioso che è assai spesso alieno a qualunque chiesa, culto o teologia. Un tale stato di coscienza, un tale sentimento, sarà in ogni caso diretto verso un qualche oggetto, giacché ogni stato di coscienza (e quindi ogni sentimento) si costituisce sempre come una struttura in cui un atto di coscienza si rapporta con un oggetto.
Spero anche che i più eruditi in questa materia sappiano accogliere le nostre ingenuità con un sorriso benevolo piuttosto che con un gesto di rimprovero. Apriamo dunque il “pacchetto” delle nostre opinioni e vediamo se qualcuna può risultare di una qualche utilità.
Io penso che:
1° Negli ultimi decenni è sorto e si è sviluppato un nuovo tipo di religiosità. 2° Questa religiosità si lega ad un diffuso sentimento di ribellione. 3° E’ possibile che le religioni tradizionali vadano incontro a trasformazioni e riorganizzazioni sostanziali in conseguenza dell’impatto che subiranno da parte di questa nuova religiosità - nonché, naturalmente, in conseguenza dei cambiamenti vertiginosi che si stanno dando all’interno di tutte le società. 4° E’ altamente probabile che tutti i popoli del pianeta subiranno una sorta di grossa scossa di ordine psico-sociale di cui il nuovo tipo di religiosità cui abbiamo accennato costituirà un fattore determinante.
Non credo, d’altra parte - pur sapendo che la mia opinione risulterà in contrasto con quella della maggior parte dei ricercatori sociali - che le religioni abbiano perso in dinamica; non credo che il loro potere di decisione in campo politico, economico e sociale stia diminuendo, né tanto meno credo che il sentimento religioso abbia cessato di produrre grandi commozioni nella coscienza dei popoli.
Cerchiamo ora di sostenere queste opinioni con alcuni fatti.
I libri di storia affermano che nella fascia compresa tra il 20° e il 40° grado di latitudine Nord e tra il 30° e il 90° grado di longitudine Est sono sorte le grandi religioni che hanno finito per espandersi in tutto il mondo. Per maggior precisione possiamo concentrarci su tre zone, conosciute oggi come Israele, Iran e India, le quali per millenni hanno funzionato come dei centri di controllo, per così dire, della pressione barometrica dello spirito umano: da esse sono sorte, come dei cicloni, nuove idee religiose che hanno spazzato via sistemi politici, forme di organizzazione sociale e costumi precedenti al loro apparire e nel contempo hanno portato una fede ed una speranza per quanti si sentivano senza alcun futuro in un sistema di potere ed in un mondo agonizzanti.
L’ebraismo ha prodotto una religione nazionale, nonché una religione missionaria a carattere universale: il cristianesimo. Da parte sua il genio del popolo arabo ha plasmato, sulla base delle multiformi credenze delle sue tribù, una religione anch’essa missionaria ed universale, l’islam, la quale fin dalle origini ha tratto dall’ebraismo e dal cristianesimo aspetti importanti della propria dottrina. Tanto l’ebraismo, come religione nazionale, che il cristianesimo e l’islam, come religioni universali, continuano a vivere ed a trasformarsi.
Più ad oriente, in Iran, dalla radice dell’antica religione nazionale sono sorte nuove religioni, anch’esse missionarie ed universali. Oggi restano solo centomila fedeli della religione madre, radicati in India, soprattutto a Bombay. Nel suo paese d’origine l’antica religione non ha ormai nessuna rilevanza, essendo l’Iran caduto in mano dell’islam. Quanto alle religioni missionarie c’è da dire che esse si espansero, fino al IV secolo della nostra era, sia verso Oriente che verso Occidente, sempre contrastando il passo al cristianesimo, al punto che, per un certo periodo, sembrarono imporsi su di questo: ma alla fine il cristianesimo ebbe il sopravvento ed esse furono messe al bando, al pari del paganesimo antico. Dunque queste religioni nate in Iran sembrerebbero scomparse per sempre; eppure, molti loro temi hanno influenzato l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam tanto profondamente da determinare l’apparizione di eresie in opposizione alla visione ortodossa di queste religioni. La setta sciita dell’islam, che costituisce la religione ufficiale dell’Iran odierno, è stata recentemente scossa da forti sommovimenti, ed è proprio in Iran che, nel secolo scorso, è sorta una nuova forza religiosa, il Bâ, da cui è derivata la fede Ba’hai.
In India, poi, dalla religione nazionale sono sorte svariate altre religioni, tra le quali spicca il buddismo per il suo carattere missionario ed universale. Sia la religione madre che altre nate nell’era precedente all’attuale mantengono un grande vigore. E in questo secolo, per la prima volta, la religione nazionale, l’Induismo, ha iniziato a muoversi verso Occidente, inviando varie missioni tra le quali la più conosciuta è la fede Hare Krishna. Forse questa espansione costituisce una risposta all’arrivo in India del cristianesimo sull’onda del colonialismo inglese.
Ci sarebbero poi da considerare altre importanti religioni, della Cina, del Giappone, dell’Africa Nera; e quelle, oramai scomparse, del continente americano. Il punto è che esse non furono capaci di creare delle grandi correnti religiose sovranazionali come fecero invece il cristianesimo, l’islam ed il buddismo. In seguito il cristianesimo arrivò in America e vi si radicò; mentre l’islam, bandito dall’Europa, superò i confini del mondo arabo e si espanse in tutta l’Africa, nonché in Turchia, Russia, India, Cina ed Indocina. Il buddismo, da parte sua, si aprì la strada verso il Tibet, la Cina, la Mongolia, la Russia, il Giappone e tutto il Sud-Est Asiatico.
Ma le grandi religioni universali furono travagliate dagli scismi praticamente fin dal loro sorgere e si divisero in sette. L’islam in sunniti e sciiti, il cristianesimo in nestoriani, monofisiti, ecc. Già dal tempo delle riforme di Lutero, Calvino, Zwinglio e degli Anglicani, il cristianesimo in Occidente risulta diviso in due grandi sette, genericamente chiamate protestante e cattolica (a cui si deve aggiungere l’ortodossa ad Oriente). Dunque, con la frammentazione delle grandi religioni, appaiono le grandi sette. Se la lotta tra le grandi religioni per la conquista del potere temporale fu lunga e cruenta (basti pensare alle Crociate), la guerra tra le grandi sette di una stessa religione raggiunse livelli di crudeltà inauditi. In varie occasioni il mondo fu devastato da Riforme e Controriforme. Fu così fino all’epoca delle rivoluzioni, il cui avvento segna l’inizio di quella che si suole chiamare l’ “Età Moderna”.
In Occidente le rivoluzioni inglese, americana e francese moderano gli eccessi religiosi mentre nuove idee di libertà, uguaglianza e fraternità si diffondono nel tessuto sociale. E’ l’epoca delle rivoluzioni borghesi. Ma ecco apparire tendenze curiose come quella del culto della dea Ragione - una forma di religiosità razionalistica. Altre correnti, che si rifanno in vari modi alle ideologie scientifiche, proclamano ideali ugualitari ed arrivano persino a prospettare la necessità di una pianificazione della società: pianificazione che molto spesso assume risvolti da “Vangelo Sociale”... L’era industriale ha ormai assunto un carattere specifico e le scienze si sono riorganizzate sulla base di nuovi paradigmi. In quest’epoca la religione ufficiale perde molto terreno.
Nel Manifesto Comunista5, Marx e Engels descrivono con molta acutezza gli inventori di vangeli sociali. Cito il terzo paragrafo del capitolo III: “I sistemi socialisti e comunisti propriamente detti, i sistemi di Saint-Simon, di Fourier, di Owen, ecc., appaiono nel primo periodo della lotta fra proletariato e borghesia (...)”. E più avanti: “Siccome gli antagonismi di classe si sviluppano di pari passo con lo sviluppo dell’industria, gli autori di questi sistemi non trovano neppure le condizioni materiali per l’emancipazione del proletariato e vanno in cerca, per crearle, di una scienza sociale e di leggi sociali. Al posto dell’azione sociale deve subentrare la loro azione inventiva personale; al posto delle condizioni storiche dell’emancipazione, condizioni fantastiche; al posto del graduale organizzarsi del proletariato come classe, un’organizzazione della società escogitata di sana pianta”.
In una di queste correnti di “Vangelo Sociale” si forma Auguste Comte. Lavora nel giornale di Saint-Simon e collabora con questi alla redazione de Il catechismo degli industriali. Comte è noto per aver dato inizio ad una corrente di pensiero, il Positivismo, e per aver elaborato i concetti-chiave ed il nome stesso (Sociologia) delle scienze sociali. Comte arriverà a scrivere Il catechismo positivista e a fondare la “Religione dell’Umanità”. Questo culto oggi come oggi sopravvive appena in Inghilterra mentre in Francia, suo luogo d’origine, è ormai del tutto scomparso. Ma esso aveva raggiunto anche l’America, mettendo solide radici in Brasile con ricadute notevoli sulla formazione, non tanto religiosa quanto filosofica, di varie generazioni positiviste.
Intanto molte delle nuove correnti sono approdate ad un ateismo militante, come è il caso di Bakunin e degli anarchici, nemici di Dio e dello Stato. In questi casi non si tratta semplicemente di irreligiosità ma di furibondi attacchi contro tutto ciò che suona come religione ed in particolare come cristianesimo. Anche la frase di Nietzsche “Dio è morto” si è già fatta sentire.
Ma altri fattori di mutamento sono all’opera. In Svizzera Leon Rivail lavora per mettere in pratica le idee di Pestalozzi, uno dei creatori della pedagogia moderna. Rivail prende il nome di Allan Kardek e fonda uno dei movimenti religiosi più importanti degli ultimi anni, il cosiddetto “Spiritismo”. Il libro degli Spiriti di Kardek viene pubblicato nel 1857 ed il movimento a cui dà luogo si espande tanto in Europa che in America ed arriva fino in Asia.
Verranno poi la Teosofia, l’Antroposofia ed altre correnti che possiamo collocare più all’interno dell’occultismo che delle religioni. Né lo spiritismo né i gruppi occultisti possiedono le caratteristiche di sette interne ad una religione: si tratta di formazioni di altro tipo, comunque non aliene al sentimento religioso. Tali associazioni, tra le quali possiamo annoverare anche i Rosa-Croce e la Massoneria, raggiungono la maggiore diffusione nel secolo scorso, con l’eccezione dello Spiritismo che continua a conoscere un vigoroso sviluppo anche nel momento attuale.
Quando entriamo nel XX secolo il panorama è ormai caotico. Sono già apparse sette cristiane come i Mormoni e i Testimoni di Geova e molte altre che sono sette di sette: la proliferazione è enorme. Altrettanto è successo in Asia dove, al pari dell’Occidente, i “Vangeli Sociali” hanno spesso assunto un’inclinazione mistica. Questo era successo in Cina già nell’Ottocento con i Tai-Ping che negli anni cinquanta si erano impadroniti di una parte importante del paese: era loro mancata solo la presa di Pechino per proclamare una repubblica socialista, collettivizzare i mezzi di produzione e instaurare il principio di uguaglianza delle condizioni di vita per tutto il popolo. Le idee politiche proclamate dal “Re Celeste”, capo del movimento, erano impregnate di taoismo e di cristianesimo. La lotta contro l’Impero era costata milioni di vite...
Nel 1910 in Russia muore Tolstoi. Si era troppo allontanato dalla Chiesa Ortodossa ed il Santo Sinodo aveva deciso di scomunicarlo. Era stato, pur se a suo modo, un cristiano convinto. Aveva proclamato un suo vangelo: “Non partecipare alla guerra; non giurare; non giudicare; non resistere al male con la forza”. Poi aveva abbandonato tutto: libri, casa, famiglia. Non era più, ormai, il brillante scrittore acclamato in tutto il mondo, l’autore di Anna Karenina e di Guerra e Pace. Era divenuto il mistico cristiano-anarco-pacifista, l’autentica fonte di una nuova proposta e di una nuova metodologia di lotta: la non violenza. L’anarco-pacifismo di Tolstoi si combina con le idee di Ruskin e con il “Vangelo Sociale” di Fourier (uno dei filosofi menzionati da Marx ed Engels nel brano del Manifesto citato in precedenza) nell’animo di in un giovane avvocato indiano che lotta per la non-discriminazione razziale in Sudafrica: Mohandas Gandhi6. Gandhi, seguendo il modello di Fourier, fonda un falansterio ma soprattutto si dedica a sperimentare una nuova forma di lotta politica. Ritorna in India e, negli anni seguenti, intorno alla sua persona si aggrega il movimento di indipendenza indiano. Con lui iniziano le marce pacifiche, gli scioperi a braccia incrociate, i sit-in stradali, gli scioperi della fame, le occupazioni pacifiche... In una parola, tutto ciò che Gandhi chiama “resistenza civile”. Non si tratta più di occupare i centri nevralgici del potere, secondo la tattica rivoluzionaria di Trotsky. Si tratta al contrario di fare il vuoto. Ecco allora sorgere una strana opposizione: quella tra una forza morale da un lato e la prepotenza economica, politica e militare dall’altro. Certo è che con Gandhi non siamo più in presenza di un pacifismo piagnucoloso ma di una resistenza attiva. Probabilmente è questo il tipo di lotta più coraggioso, perché alle pallottole degli invasori e dei colonizzatori occidentali si oppongono il corpo e le mani nude. Gandhi, questo “fachiro nudo”, come lo chiama il Primo Ministro inglese, vince la guerra d’indipendenza ma subito dopo cade assassinato.
Intanto il mondo ha compiuto una svolta straordinaria. E’ scoppiata la Prima Guerra Mondiale e la Rivoluzione Socialista ha trionfato in Russia. La rivoluzione dimostra nei fatti che idee considerate utopistiche dai benpensanti dell’epoca non solo possono essere applicate ma modificano veramente la realtà sociale. Le nuove strutture organizzative ed il sistema di pianificazione della Russia cambiano la carta politica d’Europa. La filosofia che è alla base delle idee della rivoluzione comincia a diffondersi impetuosamente nel mondo. Il marxismo passa rapidamente da un continente all’altro, non più solo da un paese all’altro.
E’ bene ricordare alcuni avvenimenti di quest’epoca di guerra (1914-18). Qualsiasi manuale di consultazione di date ed eventi riporta più o meno questi fatti: Richardson formula la teoria elettronica della materia; Einstein presenta la Teoria Generale della Relatività; Windhaus studia alcuni aspetti fondamentali della Chimica Biologica; Morgan i meccanismi dell’ereditarietà mendeliana; Mayerhof la fisiologia muscolare; Juan Gris rivoluziona la pittura; Bartók scrive le Danze ungheresi, e Sibelius la Sinfonia N. 5; Siegbahn studia lo spettro dei Raggi X; Pareto scrive il Trattato di sociologia generale; Kafka La metamorfosi; Spengler Il tramonto dell’Occidente; Mayakovsky il Mistero buffo; Freud pubblica Totem e tabù e Husserl Idee per una fenomenologia.
Comincia la guerra aerea e sottomarina; si usano i gas asfissianti. In Germania nasce il gruppo “Spartacus”; in Palestina si spezza il fronte turco; Wilson proclama i “14 Punti”; i Giapponesi penetrano in Siberia; scoppiano rivoluzioni in Austria e in Germania; viene proclamata la Repubblica in Germania, Ungheria e Cecoslovacchia; nasce lo Stato jugoslavo e la Polonia conquista l’indipendenza; l’Inghilterra concede il voto alle donne; viene aperto il canale di Panama; in Cina viene restaurato l’Impero; i Portoricani diventano cittadini statunitensi; viene proclamata la Costituzione messicana.
Siamo agli albori della rivoluzione tecnologica, del crollo del colonialismo e dell’espansione dell’imperialismo su scala mondiale. Negli anni seguenti la lista degli eventi decisivi diventa lunghissima e citarla sarebbe improponibile: tuttavia, per i fini che ci siamo proposti, è necessario ricordare alcuni di tali eventi. Nella scienza Einstein rende la ragione più elastica: non ci sono più verità assolute ma solo verità relative ad un sistema. Freud postula che la ragione stessa sia mossa da forze oscure e che la vita umana sia determinata dalla lotta tra queste forze e le sovrastrutture della morale e dei costumi. Con il suo modello atomico Bohr propone una struttura della materia dove predomina il vuoto... tutto il resto è costituito da cariche elettriche e masse infinitesimali. Secondo gli astrofisici l’universo, dopo l’esplosione iniziale che lo ha visto nascere, continua ad espandersi formando galassie, grappoli di galassie ed universi-isole; questo processo, che comporta necessariamente un aumento di entropia, si concluderà con una catastrofe... In una galassia a spirale, scarsamente popolata (solo cento miliardi di stelle), c’è un sole giallastro, situato in posizione periferica a trentamila anni-luce dal centro del sistema. Un’assurda particella di dodicimila chilometri di diametro gira intorno a questo sole all’insignificante distanza di otto minuti-luce; ed in questa particella è scoppiata una nuova guerra dove sono coinvolti anche i punti tra loro più distanti...
I fascismi avanzano. Un loro esponente conia il grido “Viva la morte!”. Ma questa nuova guerra non è un conflitto religioso, è una lotta tra uomini d’affari ed ideologie deliranti: genocidi ed olocausti, fame, malattie e distruzioni ad un livello prima sconosciuto. La vita umana si riduce all’assurdo. Alcuni pensano: “Perché esistere?”, “Che cosa significa esistere?”. Il mondo è esploso. I sensi ingannano; la realtà non è quella che percepiamo. Un giovane fisico, Oppenheimer dirige il progetto Manhattan e nel contempo studia il sanscrito per avvicinarsi alla filosofia vedica. All’alba dell’8 agosto 1945 quel giovane fisico entra nella storia. Sulla terra è esploso un sole in miniatura. L’era nucleare è iniziata ma con essa termina la Seconda Guerra Mondiale. Altri uomini hanno distrutto Hiroshima e Nagasaki. Non esiste ormai civiltà o punto del pianeta che non si trovi a contatto con gli altri. La rete di comunicazioni copre il mondo: non si tratta solo dello scambio di prodotti per via aerea, marittima, ferroviaria; si tratta della comunicazione attraverso segni linguistici, grazie alla trasmissione della voce umana e dell’informazione che possono arrivare istantaneamente in tutti i punti del pianeta. Mentre le ferite del mondo si cicatrizzano, il Pakistan e l’India diventano indipendenti e scoppia la guerra in Indocina. Nascono lo Stato d’Israele e la Repubblica Popolare Cinese, guidata da Mao.
Nel 1951 nell’Europa socialista nasce il Comecon ed in quella occidentale la Comunità del Carbone e dell’Acciaio. Siamo nel pieno della guerra di Corea e di quell’altra guerra tra capitalismo e socialismo meglio nota come “guerra fredda”. Negli Stati Uniti il senatore Mac Carthy dà inizio alla caccia alle streghe: persone sospette o spie minori, come i coniugi Rosenberg, vengono destituite dai loro incarichi, arrestate o uccise. Nell’altro campo lo stalinismo si macchia di ogni genere d’atrocità e di repressione. Ma dopo la morte di Stalin, Kruscev, salito al potere, svela al mondo la realtà dello stalinismo. Gli intellettuali in buona fede, che consideravano le accuse all’URSS come propaganda dell’Occidente, restano esterrefatti. Scoppiano disordini in Polonia e Gomulka torna al potere. Esplode la rivolta in Ungheria. Il gruppo dirigente dell’URSS deve scegliere tra la difesa della sicurezza nazionale e quella della propria immagine internazionale. Sceglie la difesa della sicurezza nazionale: i carri armati sovietici invadono l’Ungheria. Per il partito è uno shock di dimensione planetaria.
Cominciano a soffiare venti nuovi. La nuova fede comunista entra in crisi. In Africa i movimenti di liberazione si succedono l’uno all’altro; cambiano le frontiere dei paesi; il mondo arabo è in preda ad una sorta di convulsione; in America Latina si acutizzano le ingiustizie sulle quali fondano la loro forza i regimi tirannici lì sorti come tardive imitazioni dei fascismi europei. Colpo di stato dopo colpo di stato, i dittatori si susseguono. Gli Stati Uniti, che ormai hanno assunto la struttura di un impero, considerano l’America Latina come il loro cortile di casa. L’enorme ricchezza del Brasile è in poche mani: il paese cresce e le sue stridenti disuguaglianze si accentuano. E’ un gigante addormentato che si sta svegliando: le sue frontiere toccano quasi tutti i paesi del Sud America; i suoi culti, come la Umbanda ed il Candomblè originari dell’Angola e di altre regioni africane, si diffondono in Uruguay, Argentina e Paraguay. La “Svizzera d’America”, come era chiamato l’Uruguay, dichiara bancarotta. L’Argentina, la cui economia era basata sull’agricoltura e la pastorizia, subisce grandi trasformazioni. In questo paese sono apparsi i più straordinari movimenti di massa che l’America ricordi: qui un presidente di grande popolarità e sua moglie, una donna dotata di grande carisma7, avevano definito la propria dottrina con il termine “mistica sociale”; sempre qui, prima di loro, era salito al potere un presidente di tendenza politica quasi opposta ma altrettanto popolare che proveniva dai circoli spiritisti e krausisti8; qui nel 1955 molte chiese cattoliche vengono date alle fiamme... che cosa sta succedendo in Argentina? Il paese, prima tranquillo, non è più il “granaio del mondo” e lotta per scrollarsi di dosso i resti del colonialismo economico britannico. In questi conflitti si forma Ernesto “Che” Guevara che più tardi, dopo la rivoluzione che nel 1959 depone Batista, farà parte del gruppo che governerà Cuba. Poi continuerà la sua lotta in altri paesi ed in altri continenti (una rivolta guevarista sarà sconfitta in Sri Lanka). L’influenza del “Che” farà esplodere la guerriglia giovanile in diverse parti del mondo. Egli è insieme il teorico e l’uomo d’azione; usa le antiche parole di San Paolo, cerca di definire l’”uomo nuovo”. Con tono quasi poetico dirà: “Da oggi la storia dovrà tener conto dei poveri d’America”. A poco a poco si allontana dalle sue concezioni di partenza. La sua immagine resta fissata in una fotografia che fa il giro del mondo. E’ morto. In un luogo sperduto della Bolivia diventa il Cristo de las Higueras.
In questo periodo la Chiesa Cattolica pubblica numerosi documenti sulla questione sociale ed organizza l’internazionale Social-Cristiana che assume nomi diversi nei diversi paesi. In più parti d’Europa la Democrazia Cristiana si impone in campo politico: da allora in avanti, nel Vecchio Continente, il potere oscillerà tra socialdemocratici, socialcristiani e liberalconservatori. Il social-cristianesimo si diffonde anche in America Latina. Intanto in Giappone lo shintoismo attraversa una grave crisi per il fatto di essere la religione imperiale: ma ecco che dal buddismo nasce la piccola setta Soka Gakkai, che nell’arco di sei anni arriva a contare sei milioni di aderenti. A quel punto essa lancia il Komeito, che diventa il terzo partito politico del paese.
Nel 1957 l’URSS mette in orbita il primo satellite artificiale. Dopo questa impresa almeno due cose diventano chiare per il grande pubblico: 1) i viaggi interplanetari sono possibili; 2) usando i satelliti come antenne di ricezione e trasmissione è possibile collegare attraverso la televisione tutto il pianeta. Grazie ai satelliti per telecomunicazioni, le immagini vengono trasmesse a qualunque punto in cui si trovi un ricettore. La rivoluzione elettronica spazza via le frontiere. E così, naturalmente, sorge un altro problema: quello della manipolazione dell’informazione e dell’utilizzo di una propaganda altamente sofisticata. Ora il Sistema entra in ogni casa ma vi entra anche l’informazione.
Dopo gli esperimenti nucleari nell’atollo di Bikini si impone nella moda il costume da bagno che porta lo stesso nome. Le camicie di Mao Tze Tung entrano a far parte dell’abbigliamento informale. L’opulenza fisica di Marilyn Monroe, Anita Ekberg, Gina Lollobrigida lascia il posto ad un altro genere, l’unisex, che tende a rendere meno marcate le differenze tra i sessi. I Beatles diventano il nuovo modello giovanile. In tutto il mondo i ragazzi accarezzano i loro jeans. Nella piramide demografica europea gli uomini hanno subito un calo numerico proporzionalmente notevole per cui non sorprende che in Europa, a partire dal periodo bellico, le donne occupino posti lavorativi anche a livello direttivo: ma lo stesso accade negli Stati Uniti ed in altre parti del mondo, che pure non hanno conosciuto la carneficina della guerra con la stessa intensità dell’Europa. Si tratta di un fenomeno mondiale, nonostante le resistenze degli assertori della discriminazione... che però non procede alla stessa velocità di altri. In Svizzera la proposta di estendere il voto alle donne è nuovamente bocciata; ma, comunque sia, le ragazze sono ormai nelle scuole, nei licei e nelle università, fanno militanza politica e protestano contro l’establishment.
Alla fine degli anni Sessanta la rivoluzione giovanile esplode simultaneamente in tutto il mondo. Prima gli studenti del Cairo, poi quelli di Nanterre e della Sorbona. L’onda arriva a Roma ed in tutta Europa. In Messico le forze di sicurezza uccidono 300 studenti. Le giornate del Maggio ‘68 fanno ammutolire i partiti politici. Nessuno sa bene cosa stia succedendo... neppure i protagonisti. E’ una sorta di marea psicosociale che sale. I protagonisti del Maggio proclamano: “Non sappiamo che cosa vogliamo però sappiamo che cosa non vogliamo”. Di che cosa abbiamo bisogno?.. “Dell’immaginazione al potere!”. Le manifestazioni di studenti e di giovani operai si ripetono in vari paesi. A Berkeley assumono il carattere di opposizione alla guerra in Vietnam; in Europa e in America Latina le motivazioni sono diverse ma in ogni caso è la simultaneità del fenomeno che sorprende. La nuova generazione dimostra che il pianeta è unificato. In Francia allo sciopero del 20 Maggio aderiscono sei milioni di operai; il governo organizza contromanifestazioni ed il regime di De Gaulle traballa. Negli Stati Uniti il leader dei diritti civili, il pastore protestante Martin Luther King, cade assassinato. Hippies, yippies9, mode contestatarie e musica, molta musica, danno il tono al nuovo ambiente giovanile. Una parte di questa nuova generazione si avventura su tre diverse strade: la guerriglia, la droga e la mistica. Ciascuna delle tre vie è diversa dalle altre due e generalmente vi entra in conflitto, ma tutte sembrano contenere lo stesso segno di ribellione al Sistema. I guerriglieri si organizzano in colonne, come la Baader-Meinhoff o le Brigate Rosse, o in commandos, come i Tupamaros, i Montoneros, il M.I.R.10 , ecc. Il modello per molti è Che Guevara. Uccidono e si uccidono. Altri prendono a modello l’insegnamento di Aldous Huxley e dei grandi psichedelici come Baudelaire. Anche tra di loro molti si suicidano. Infine il terzo gruppo esplora tutte le possibilità di cambiamento interiore; ha come modello Alan Watts11, San Francesco d’Assisi e la cultura orientale in generale ed anche in questo gruppo molti si autodistruggono. E’ chiaro che in totale questi tre gruppi costituiscono un’infima parte della nuova generazione ma in ogni caso essi rappresentano un sintomo dei nuovi tempi. La reazione del Sistema non si fa attendere: “tutti i giovani sono sospetti”. La caccia ha inizio, ovunque, con metodi brutali o sofisticati a seconda dei mezzi di cui si dispone nei diversi paesi. Fenomeni politici come l’IRA (Movimento di Liberazione Irlandese)12 o l’organizzazione basca ETA, o il movimento corso, o, infine, l’OLP (palestinese) non rispondono esattamente allo schema generazionale che stiamo descrivendo. Sono casi differenti anche se, in alcune occasioni, si incrociano con i movimenti di cui parlavamo prima.
Nel 1969 gli Stati Uniti inviano il primo uomo sulla Luna. Lo sbarco è teletrasmesso in diretta. Dal tempo della “Guerra dei Mondi”, che seminò il panico negli Stati Uniti, la fantascienza ha guadagnato molto terreno. Ormai essa non si occupa solo di marziani che lottano contro i terrestri: in molti racconti, film o serie televisive, i protagonisti sono robot, computer, mutanti, androidi o semidei. Proviamo a ricordare. A partire dal 1945, in molti paesi è cresciuto il numero di segnalazioni di strani oggetti avvistati in cielo. A volte si tratta di luci di difficile classificazione. Si comincia a designarli con il nome di “dischi volanti” o più genericamente con quello di UFO. Le loro apparizioni sono intermittenti. Psicologi come Jung si occupano del tema. Fisici e astronomi assumono una posizione scettica. Alcuni scrittori, come Cocteau, arrivano ad affermare che si tratta di “esseri del futuro che tornano a sfiorare il loro passato”. Dappertutto sorgono centri di osservazione, spesso collegati tra loro ed iniziano le pratiche di “contatto” con esseri che si suppone provengono da altri mondi. Al giorno d’oggi questo tipo di credenza ha guadagnato uno spazio considerevole. L’avvistamento di UFO è segnalato con maggiore frequenza nelle Isole Canarie, nel sud della Francia, nel sud dell’URSS, nella costa occidentale degli Stati Uniti, in Cile, in Argentina, in Brasile. Nel 1986 il governo di quest’ultimo paese dichiara ufficialmente l’avvenuto contatto visivo e radar con UFO. E’ la prima volta che un governo fa un’affermazione simile. Nella dichiarazione si sottolinea anche il fatto che la forza aerea ha inseguito l’oggetto volante...
Come abbiamo detto prima il cattolicesimo ha riconquistato spazio grazie ai partiti politici confessionali; ma l’islam non gli è stato da meno. Numerose monarchie e governi moderati vengono abbattuti e le repubbliche islamiche si moltiplicano. Dunque, già a partire dagli anni Settanta, le grandi religioni recuperano spazio politico ed economico: tuttavia c’è una grande preoccupazione per la fede. Tutti comprendono che non basta recuperare il terreno che a suo tempo era stato sottratto dalle forze politiche, non basta diventare gli intermediari tra il cittadino e lo Stato, tra il bisogno e la sua soddisfazione. Acuti osservatori musulmani avvertono che molte cose sono cambiate. L’antica organizzazione tribale risulta assai indebolita; in molti paesi la ricchezza creata dal petrolio è stata incanalata verso l’industrializzazione per cui cominciano a sorgere grandi centri urbani. Le famiglie diventano meno numerose e si riducono a vivere in appartamenti. Dai paesi più poveri cresce l’esodo verso l’Europa alla ricerca di un posto di lavoro; per gli emigranti il paesaggio della gioventù è un ricordo lontano. I paesi musulmani che iniziano a godere della prosperità che deriva loro dal petrolio, scoprono allo stesso tempo l’influenza delle istituzioni, dei comportamenti e delle mode occidentali, in particolar modo tra le classi socialmente dominanti. In questo clima di cambiamento lo Shah dell’Iran impone l’occidentalizzazione forzata e lo fa nel modo più dispotico visto che dispone dell’esercito più pesantemente armato di tutto il Medio Oriente. La mano d’opera agricola, assai arretrata, è assorbita dai centri petroliferi, le città crescono per l’esodo interno... tutto è sotto controllo. C’è solo un leader dissidente ma non si tratta di un politico. Vive in esilio in Francia, mentre in patria i vari partiti politici, controllati dalla Savak, la polizia segreta iraniana, portano avanti un gioco diretto dai loro padroni stranieri. Non sorprende che nessuno presti attenzione ad un vecchio teologo dell’Università di Quom. “Niente di serio”, pensano tanto gli analisti politici dell’URSS che quelli occidentali. All’improvviso il ciclone dell’antico Iran si mette di nuovo in movimento. Ecco riapparire il creatore di correnti spirituali universali, il formatore di eresie, di lotte religiose. Nel giro di una settimana il mondo intero assiste attonito ad una reazione psicosociale a catena... sembra un sogno. I governi si succedono l’uno all’altro, l’amministrazione pubblica si svuota, si liquefà. L’esercito rimane paralizzato e si autodistrugge. Solo la struttura religiosa continua a funzionare. Nelle moschee i mullah e gli ayatollah seguono i dettami del mitico Imam. Tutto quello che viene dopo è storia molto triste, molto sanguinosa e molto recente. Khomeini ha detto: “Il governo islamico è governo di diritto divino e le sue leggi non possono essere cambiate, né riformate né discusse. La differenza fondamentale tra un governo islamico ed i diversi governi monarchici e repubblicani risiede nel fatto che in questi ultimi sono i rappresentanti dello Stato o gli eletti dal popolo a proporre e votare le leggi, mentre nell’islam l’unica autorità è l’Onnipotente e la sua volontà divina”. Da parte sua Muhammar Al Gheddafi, in un discorso dell’ottobre 1972 a Tripoli, aveva affermato: “L’islam è una verità immutabile; dà all’uomo la sensazione di sicurezza giacché sorge da Dio. Le teorie inventate dall’uomo possono essere generate dalla follia, come lo fu quella propugnata da Malthus. Anche le leggi dettate dall’uomo non sono esenti da falsità e farneticazioni. Da questo si deduce che è completamente erroneo governare la società umana in nome di leggi temporali o di Costituzioni”.
Ho citato questi brani di Khomeini e Gheddafi indubbiamente fuori contesto. Ma ciò che mi premeva trasmettere era un aspetto-chiave del fenomeno religioso islamico e cioè la subordinazione a sé di ogni attività e quindi anche di quella politica. E un tale modo di pensare, che sembrava in regresso, sta invece riprendendo vigore. Sappiamo che l’islam si sta espandendo negli Stati Uniti. In Francia, oggi come oggi, esistono 200.000 convertiti e non si tratta di arabi o di loro discendenti. Naturalmente cito questi due casi solo come esempio perché l’islam ha dovuto trasformarsi in profondità per potersi espandere in Occidente. Le forme dervisce e sufi sono casi particolari di questa tendenza all’adattamento.
Nel caso del cristianesimo è possibile osservare una certa mobilità interna nel senso che c’è passaggio di fedeli dall’una all’altra delle sue grandi sette. Così i cattolici guadagnano la periferia di quei paesi in cui i protestanti costituiscono la “religione ufficiale” e occupano pertanto i centri di potere. Viceversa, nei paesi che si definiscono “cattolici”, le sette protestanti tendono ad occupare la periferia abbandonata dai cattolici stessi. Questo cambiamento è rapido, percettibile, il che mette entrambe le sette in allarme, logicamente quando si trovano in posizione di potere. A volte in questa lotta i contendenti ricorrono a colpi bassi. Certo non è corretto attribuire al protestantesimo in generale la responsabilità del fatto che un demente di nome Manson porti sempre con sé una croce e una Bibbia quando assassina le sue vittime; e neppure del fatto che i cristiani protestanti del “Tempio del Popolo” compiano, in una sorta di parodia di Masada, assassinii e suicidi collettivi nella Guyana... Questi, secondo la mia opinione, sono fenomeni propri di quella sorta di scossone psicosociale di cui parlavamo all’inizio e valgono come sintomi di avvenimenti di più ampia portata ai quali la società attuale sembra trovarsi molto vicina.
A mio parere il cattolicesimo ha la possibilità di recuperare una parte dell’influenza persa in America Latina e quindi, di rimbalzo, in Africa. Il realizzarsi o meno di questa possibilità dipende da quello che sarà il destino della cosiddetta “Teologia della Liberazione”. In questo caso cristianesimo e “Vangelo Sociale” sono compatibili. Al momento il Nicaragua ne è il migliore esempio. Durante la prima intervista di Fidel Castro a Frate Betto, svoltasi all’Avana il 23 Maggio 1985, il sacerdote ha fatto la seguente dichiarazione: “Comandante, sono sicuro che questa è la prima volta che un capo di Stato di un paese socialista concede un’intervista esclusivamente sul tema della religione. L’unico precedente, in questo senso, è un documento sulla religione pubblicato dalla Direzione Nazionale del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale del Nicaragua nel 1980. Quella è stata la prima volta che un partito rivoluzionario al potere ha pubblicato un documento su questo tema: e da allora non c’è stata una parola più informata o più profonda, anche dal punto di vista storico, sul tema stesso. E considerando che in questo momento il problema religioso gioca un ruolo ideologico fondamentale in America Latina; considerando l’esistenza di numerose Comunità Ecclesiali di Base - gli indigeni del Guatemala, i contadini del Nicaragua, gli operai del Brasile e di molti altri paesi -; considerando infine l’offensiva dell’imperialismo che a partire dal Documento de Santa Fé vuole combattere direttamente l’espressione teorica di questa Chiesa impegnata con i poveri, cioè la Teologia della Liberazione, considerando tutto ciò penso che questa intervista e il contributo da Lei dato siano molto importanti”, ecc. Da parte sua, Armando Hard, Ministro della Cultura di Cuba, celebrando il dialogo cristiano-marxista, afferma quanto segue nella sua introduzione al libro Fidel Castro e la religione: “Questo è di per sé un evento straordinario nella storia del pensiero umano. In queste righe, l’aspetto etico-morale appare caricato di tutto il senso umano che unisce tutti coloro che combattono per la libertà e in difesa degli umili e degli sfruttati. Perché può avvenire questo miracolo? Sociologi, filosofi, teologi e tutta una vasta gamma di intellettuali di vari paesi dovrebbero porsi questa domanda”.
...Per quanto ci riguarda, questa domanda noi non ce la poniamo più. Ci sembra chiaro che la religiosità è in espansione. Qui come negli Stati Uniti, in Giappone come nel mondo arabo e nei paesi dell’area socialista, Cuba, Afghanistan, Polonia, URSS. Il dubbio che abbiamo, piuttosto, riguarda la capacità delle religioni ufficiali di rendere questo fenomeno compatibile con il nuovo paesaggio urbano. Saranno in grado di farlo o ne saranno travolte? Potrebbe darsi che una religiosità diffusa cresca attraverso gruppi piccoli e caotici, senza costituire una chiesa vera e propria; in questo caso sarebbe difficile comprendere il fenomeno nella sua reale portata. Sebbene il paragone non sia del tutto legittimo, mi permetto di ricordare un lontano precedente: nella Roma imperiale, mentre la religione ufficiale perdeva forza, culti e superstizioni di tutti i tipi arrivarono nell’Urbe dalle provincie periferiche. E uno di quei gruppi insignificanti finì per diventare una chiesa universale... E’ chiaro che oggi, per potersi sviluppare, questa religiosità diffusa dovrà saper combinare insieme il paesaggio e il linguaggio di quest’epoca (il linguaggio della programmazione, della tecnologia, dei viaggi spaziali) con un nuovo Vangelo Sociale.

Non c’è altro. Molte grazie.

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