La libertà... la libertà di scelta
Quanto spesso effettuo una scelta? Quando di fronte ad una situazione reagisco, quanto spesso scelgo la reazione tra una gamma di possibili reazioni... e quanto spesso invece semplicemente “reagisco”?
Quanto spesso sono un essere che seleziona coscientemente una risposta tra possibilità e quanto spesso invece sono una semplice macchina biologica, una serie di impulsi biochimici, elettrici, meccanici?
Mi soffermo sull'agire, che in realtà, in questo stato di coscienza, è un “reagire”. Mi soffermo sulle possibili scelte... ma ce ne sono?
Ultimamente, ho cercato di soffermarmi sulle scelte, e ho notato che molto spesso non ho vari possibili modi in cui posso rispondere ad una situazione data, ma solo un possibile modo che io ritengo attuabile, plausibile, accettabile. Ma da dove viene questo “giudizio”? Educazione, formazione, passato. Sembra che tutto ciò che penso, provenga dal passato, da quello che mi è successo, da chi ho conosciuto, da ciò che mi è stato insegnato, dal rifiuto di ciò che mi ha fatto male. Dov'è quindi la libertà? Rispondo in base a ciò che sono convinto di essere, di pensare, di credere.
“Deve essere nel cuore di ciò che credi la chiave di ciò che fai”.
“E se la vita è solo lo specchio che riflette un paesaggio, come potrà cambiare ciò che riflette?”
Poi scopro un po' più in là, un po' più in fondo, una risposta che mi piacerebbe dare, una risposta che mi piacerebbe fosse “plausibile”, una risposta che mi piacerebbe prendere in considerazione quando devo rispondere alle cose, una risposta che non esiste da nessuna parte, non è mai esistita, eppure è là, con una carica anomala, come esistesse a prescindere da me, da quello che credo di essere, da quello che voglio essere, da quello che sono stato. Una risposta che sembra stare in quel cesto di cui parlava Fulvio, e che non riesco a non chiamare “il campo delle possibilità infinite”. Ho le vertigini... e rido.
Le cose sono come sono e vanno come vanno. Posso intervenire solamente su come interagisco io con ciò che le cose sono e su come le cose vanno. E per prima cosa, prendo contatto ad un nuovo livello con il condizionamento, con il determinismo, con la mia attuale mancanza di libertà di scelta, l'attuale mancanza di opzioni e possibilità. Per prima cosa, prendo coscienza di quanto le mie scelte in realtà non siano tali, ma sono meccanica naturale, proiezione del paesaggio di formazione, l'effetto del passato che spinge...
la tua vita pesa, i tuoi ricordi pesano, le tue azioni precedenti ti impediscono l'ascesa
E più chiaramente vedo la mancanza di libertà, più chiaramente ne vedo i limiti. Perché non si può vedere qualcosa se non ha un inizio e una fine... e allora intuisco qualcosa che è “oltre” questi limiti. Intuisco il campo delle possibilità infinite, cerco di afferrarlo e lo perdo. Perché è una intuizione, un registro, una forza che spinge. Non è un concetto né un pensiero. E' vertifine, euforia, speranza, incertezza, riso e pianto. E' tutto ciò che è e quindi anche ciò che non è.
- Forse la vita è solo azione e reazione? La fame sogna la sazietà, l’oppresso la libertà; il dolore cerca il piacere e il piacere si annoia di se stesso.
- Se la vita è solo una continua ricerca di sicurezza per chi teme il futuro o di affermazione di sé per chi è disorientato od anelito di vendetta per chi ha patito la frustrazione... di quale libertà, di quale responsabilità, di quale impegno si potrà fare una bandiera?
- E se la vita è solo lo specchio che riflette un paesaggio, come potrà cambiare ciò che riflette?
- Tra la fredda meccanica dei pendoli ed i fantasmi di un’ottica di soli specchi, che cosa puoi affermare tu senza negare, o senza tornare indietro o senza ricorrere ad una ripetizione aritmetica?
- Se dici sì a ciò che cerca se stesso, a ciò che ha per natura il trasformarsi, a ciò che non trova sazietà in se stesso e che è essenzialmente aperto al futuro, allora ami la realtà che costruisci. Questa è allora la tua vita: la realtà che costruisci!
- E ci sarà azione e reazione ed anche riflesso e incidente; ma se avrai aperto il tuo futuro, niente potrà fermarti.
- Che attraverso la tua bocca la vita parli così: “Non esiste niente che possa fermarmi!”
- Inutile e malvagia è la profezia che annuncia l’ecatombe del mondo. Io affermo che l’essere umano non solo continuerà a vivere, ma anche che crescerà senza limiti. E dico inoltre che chi nega la vita desidera rubare ogni speranza, palpitante cuore dell’agire umano.
- Che in futuro, nei momenti più oscuri, la tua allegria ti faccia ricordare questa frase: “La vita cerca la crescita, non la compensazione del nulla!.
Silo – Umanizzare la terra – XII. COMPENSAZIONE, RIFLESSO E FUTURO