Chiudo gli occhi. Rilasso completamente
il corpo ed acquieto la mente.
Immagino quindi cosa vorrei provare.
Immagino quindi come vorrei stare.
Immagino quindi come vorrei affrontare
le cose.
Mi immagino nell'atto di agire nel modo
in cui vorrei agire.
Mi immagino nell'atto di reagire nel
modo in cui vorrei reagire.
M'immagino esattamente come vorrei
essere.
Pulito, sereno, in pace.
Attivo, coraggioso, indomabile.
Forte, imperturbabile, amorevole.
Cosciente, attento, sveglio.
M'immagino mentre irradio la
compassione, la forza e la commozione.
Rilasso completamente il corpo ed
acquieto la mente.
E lascio andare il pudore. Quello che
mi fa dire “non è possibile”, insieme al “realismo”, che mi
fa dire “ma è troppo difficile”, insieme alla sfiducia che mi fa
dire “sarebbe bello”.
Rilasso completamente il corpo e
acquieto la mente.
Cosa posso fare, qui, ora, senza “se”
e senza “ma”, per essere oggi un po' più simile a questa
versione di me rispetto a ieri?
Come ci arrivo?
Cosa posso fare, qui, ora, per essere
sempre più ciò che vorrei essere.
Non posso controllare “le cose”.
Non posso controllare l'altro.
Le cose sono come sono e vanno come
vanno.
Ma posso cambiare le mie reazioni alle
cose. Ciò che sento può dipendere da me.
Se io soffro o non soffro dipende molto
più da me che da te.
Immagino come vorrei stare, cosa vorrei
sentire, come vorrei che fosse la mia vita.
Meditare su questo punto,
quotidianamente, è come una palla di neve gettata da un monte.
Giorno dopo giorno prende forza.
Questa immagine di me diviene sempre
più grande, sempre più invadente.
Esaltante, gioiosa, plausibile.
E più prende forza, più mi cambia, mi
tira e mi spinge.
Per proiettarsi verso fuori, verso il
mondo medio.
Meditare su questo punto,
quotidianamente, è irrimandabile, irrinunciabile.
Perché non essere esattamente come
vorrei essere?
Perché non essere esattamente come
vorrei essere?
Perché non essere esattamente come
vorrei essere?
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