giovedì 21 settembre 2017

Immagino

Immagino...
Chiudo gli occhi. Rilasso completamente il corpo ed acquieto la mente.
Immagino quindi cosa vorrei provare.
Immagino quindi come vorrei stare.
Immagino quindi come vorrei affrontare le cose.
Mi immagino nell'atto di agire nel modo in cui vorrei agire.
Mi immagino nell'atto di reagire nel modo in cui vorrei reagire.
M'immagino esattamente come vorrei essere.
Pulito, sereno, in pace.
Attivo, coraggioso, indomabile.
Forte, imperturbabile, amorevole.
Cosciente, attento, sveglio.
M'immagino mentre irradio la compassione, la forza e la commozione.
Rilasso completamente il corpo ed acquieto la mente.
E lascio andare il pudore. Quello che mi fa dire “non è possibile”, insieme al “realismo”, che mi fa dire “ma è troppo difficile”, insieme alla sfiducia che mi fa dire “sarebbe bello”.
Rilasso completamente il corpo e acquieto la mente.

Cosa posso fare, qui, ora, senza “se” e senza “ma”, per essere oggi un po' più simile a questa versione di me rispetto a ieri?
Come ci arrivo?
Cosa posso fare, qui, ora, per essere sempre più ciò che vorrei essere.

Non posso controllare “le cose”. Non posso controllare l'altro.
Le cose sono come sono e vanno come vanno.
Ma posso cambiare le mie reazioni alle cose. Ciò che sento può dipendere da me.
Se io soffro o non soffro dipende molto più da me che da te.

Immagino come vorrei stare, cosa vorrei sentire, come vorrei che fosse la mia vita.
Meditare su questo punto, quotidianamente, è come una palla di neve gettata da un monte.
Giorno dopo giorno prende forza.
Questa immagine di me diviene sempre più grande, sempre più invadente.
Esaltante, gioiosa, plausibile.
E più prende forza, più mi cambia, mi tira e mi spinge.
Per proiettarsi verso fuori, verso il mondo medio.
Meditare su questo punto, quotidianamente, è irrimandabile, irrinunciabile.

Perché non essere esattamente come vorrei essere?
Perché non essere esattamente come vorrei essere?

Perché non essere esattamente come vorrei essere?

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