lunedì 26 settembre 2016

Il cambiamento

Non riesco a cambiare le situazioni che vorrei cambiare, perché non sono disposto a cambiare. Non sono disposto a rinunciare a ciò che sono, a ciò che identifico come “Riccardo”.

Io sono “le situazioni”. Non è possibile cambiare le situazioni senza cambiare me stesso e alcune situazioni richiedono un cambiamento profondo, l'accettazione di quell'impulso trascendente che vuole manifestarsi nel mondo.

Sento che si tratta quasi di un dover arrendersi all'evidenza, di un dover prendere atto di una verità scomoda, scomodissima, per l'io.

Nel silenzio si manifesta una luce. Una luce che è nella profondità della mia anima e che contemporaneamente è là, in alto, e tenta di guidare il mio cammino. Proietto questa luce pura nel futuro ma poi non sono disposto a seguirla, perché dovrei abbandonare quello che per tanto tempo ho chiamato “me stesso”. La luce si affievolisce e m'invade la nostalgia.

Comprendo con quanto amore posso guardare ogni situazione scomoda. Il prezioso dono che le situazioni portano fino a me: la necessità di cambiare e la direzione da prendere per il cambiamento. Il dono della vita.

La necessità di cambiare
qualcosa fuori non è altro che la manifestazione di una necessità di cambiamento personale. Ogni situazione scomoda è qualcosa di me che non va più bene, che non funziona adeguatamente, che messa nel modo in cui è messa non svolge la funzione che c'è bisogno che si svolta. M'illudo allora di sistemare le cose cambiando le cose, ma le cose non sono “le cose”; le cose sono io che faccio qualcosa con le cose, sono io che sono nelle cose, con le cose. Le cose non possono cambiare se io non cambio, se non abbandono, se non lascio andare.

Questa è una verità assoluta e ineludibile. Ogni volta che qualcosa non mi sta bene com'è, non posso far altro che meditare su ciò che devo cambiare in me. Tutto ciò è immenso e straordinario.

Nelle profondità della mia coscienza risiede un sapere antico. Questo sapere antico mi spinge a trasformarmi ma nessuna trasformazione sarà possibile fin quando non accetterò di essere ciò che sono e non ciò che ho sempre creduto di dover essere. Cambiare le cose non significa trasformarle in ciò che l'io crede che mi darà la felicità; cambiare le cose significa rifiutare la violenza in me e fuori di me, allontanare la contraddizione, il desiderio di possesso, l'attaccamento.

La vita ha un fluire armonico, fatto di nitidi e stupefacenti colori, di musiche appassionate. Quando stringo e contraggo i suoi si fanno stridenti e i colori opachi. Quando rilasso, i colori invadono il mondo, e gli inni si fanno entusiasti. Non sono i colori e la musica a cambiare.

C'è una forza poderosa che spinge per esprimersi. La sento nelle mani, la sento negli occhi, la sento nel petto. Quando rilasso e lascio andare, questa forza diventa calore e un'amore sconfinato per le cose invade la mia anima commossa e attonita. Questa forza si manifesta in ogni occasione esiste una emozione negativa: gli stati mentali negativi sono un dono prezioso che ci permette di superarli e superarci. Cercherò di non fuggirli più, ma di lasciare che la mia forza spirituale si manifesti in relazione a questi stati, nelle meditazioni e nelle azioni.

Avere ragione è sempre più sopravvalutato.

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