martedì 26 aprile 2016

I livelli di coscienza

Quando dormo, non percepisco alcuni suoni, non percepisco alcune luci, in pratica percepisco dai sensi solamente quei dati che superano una certa soglia o che la coscienza nel livello di sonno riesce ad interpretare come necessari a svegliarmi. Anzi, mi correggo: tutti i dati mi arrivano, ma la coscienza, in livello di sonno, struttura quei dati in modo da mantenere il livello di sonno, integrandoli nella struttura fin quando un dato non perturba la struttura stessa obbligando ad un cambio di livello; questo vale per i dati dei sensi interni ed esterni, come per i dati di memoria. Quindi la coscienza prende tutti questi dati, li traduce, li trasforma, li allegorizza, li rappresenta, cercando di includerli in qualche modo nel livello di sonno (come immagini in un sogno ad esempio). In tal modo, la coscienza, mantiene il livello di sonno e continua a svolgere tranquillamente (più o meno) il suo lavoro nel livello in cui si trova. Come il Maestro ci ha spiegato, il livello tende a mantenersi.
Dal punto di vista del livello di veglia, la coscienza mentre dorme non vede e sente “correttamente” quello che sta accadendo, poiché gli impulsi sensoriali vengono “tradotti” in un modo diverso da quello usato in veglia.

E qui sorge la una comprensione che mi colma allegramente di dubbio.

E se nello stato attuale di veglia o anche coscienza di se... se in questo livello di lavoro della coscienza, stessi facendo esattamente la stessa cosa? Anzi, mi correggo: sono certo che sto facendo esattamente la stessa cosa!

In questo momento, nel livello di veglia e anche in quei brevi periodi di coscienza di se, mi arrivano dati, dati dai sensi interni ed esterni, dati dalla memoria, dati “dalla realtà”; questi dati la coscienza li struttura in modo da mantenere il livello, in modo da poterli correttamente inserire in questo livello e continuare a svolgere tranquillamente (più o meno) il suo lavoro nel livello in cui si trova. Dal punto di vista della “coscienza superiore/oggettiva”, la coscienza in veglia non vede e sente “correttamente” quello che sta accadendo. Sto quindi strutturando tutte le informazioni che ricevo, a partire dal livello di veglia in cui mi trovo e quindi la coscienza non fra altro che rappresentare questi dati in modo che siano “comprensibili”, e “accettabili” nel livello di lavoro di veglia; in modo che non “perturbino” il livello di veglia in cui mi trovo. Dal punto di vista del “risveglio” sto, in tutto e per tutto, dormendo.

Di rado percepisco il reale in modo nuovo e allora capisco che ciò che vedo di solito assomiglia al sogno o al dormiveglia.
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Quando ero realmente sveglio andavo ascendendo di comprensione in comprensione
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La reale importanza della vita da sveglio si fece chiara in me.

Che esista o meno questo altro “livello di coscienza” (personalmente credo nel messaggio e che quindi esista il “vero essere sveglio”), comunque ho la certezza basata sull'esperienza, che quello che faccio è una strutturazione e che quindi la realtà non è “così” (se mai esiste un modo in cui la realtà “è”). Non è più una nozione studiata, compresa e accettata perché logica, funzionante e fornita dal Maestro. Ora ho la certezza inamovibile che la realtà in veglia è una strutturazione di dati (interni, esterni, dei sensi, della memoria, della struttura stessa), incompleti e dubbiosi, fatta dalla coscienza, utilizzando lo stesso meccanismo utilizzato durante il sonno, semplicemente ad un livello diverso. E questo innegabile fatto sento essere DETERMINANTE.

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