mercoledì 13 aprile 2016

Libertà di scelta

Predialogo. Io do per acquisito l'innalzamento del livello di coscienza. E per “acquisito” non intendo che “ho alzato il livello di coscienza a sufficienza”, ma che la necessità di alzare il livello di coscienza è propedeutica alla libertà di scelta; al livello di vitalità diffusa, non c'è libertà di scelta, c'è solo il corpo e le necessità più grezze. Quindi è acquisito il fatto che, per parlare di libertà, è necessario partire dalla necessità di essere più svegli.

Un atto è veramente libero, quando ho la reale possibilità di compierlo o di non compierlo.
Quanto spesso mi capita di essere quindi libero? Quante volte, durante la giornata, ho la REALE opportunità di fare una scelta? 
Se una ipotetica scelta, pur possibile, non la prendo in considerazione perché le conseguenze sarebbero troppo fastidiose, troppo irritanti, posso dichiarare “libera” tale scelta? Posso dichiarare “libera” una scelta tra fare e non fare una cosa, se una delle due ipotesi, pur possibile, mi atterrisce per le sue ipotetiche conseguenze, tanto da essere praticamente impossibile che io faccia quella scelta?
Ma ragionando anche al contrario, se guardandoci dentro scopriamo la convinzione, la radicata credenza, che una ipotesi sia molto più vantaggiosa dell'altra, c'è libertà di scelta? Possiamo considerare “scelta” quando abbiamo una ipotesi che già nelle nostre convinzioni, è migliore dell'altra? Per dirlo dovremmo ragionare sulla radice di quelle convinzioni? Allora sarebbe l'avere o il non avere quella determinata condizione, l'atto libero, poiché una volta acquisita quella convinzione, il resto è conseguenza.
Una scelta per me è libera quando ci sono almeno due ipotesi ed entrambe possono essere seriamente prese in considerazione, e ripeto “seriamente prese in considerazione”. Ma basta questo? Non è una scelta libera se una delle due ipotesi, in fondo al nostro cuore, sappiamo che non la metteremo in pratica o se in fondo al nostro cuore siamo convinti che una delle due ipotesi sia più vantaggiosa.

E in base a cosa scelgo quindi, se entrambe le ipotesi appaiono applicabili? Se una è palesemente più vantaggiosa dell'altra, non c'è una reale scelta, si prende quella e basta. Se c'è una scelta è perché entrambe le ipotesi ci appaiono di egual valore. Si “analizza la situazione”, si “valutano i pro e i contro” di entrambe le ipotesi; ad un certo punto, una scelta ci sembra più vantaggiosa, ma rimane il dubbio, e facciamo un tentativo. Questo è un atto libero? 

Per essere un atto libero, deve esserci il dubbio? Senza dubbio, una scelta è già scritta nel nostro modo di vedere il mondo, nelle nostre credenze, nel modo in cui stiamo strutturando la realtà. E' quindi un atto libero dai condizionamenti solo un atto di cui dubitiamo? E non dico che “se dubito allora è un atto libero”, ma dico che “se è un atto libero, allora c'è dubbio”; condizione necessaria ma non sufficiente. Può essere davvero così? E allora in base a cosa ho scelto? In base ad una “sensazione”, parola però detta strusciando il pollice su indice e medio, con gli occhi leggermente all'insù, ed una faccia dubbiosa, perché sappiamo che “sensazione” in realtà non è nemmeno la parola giusta.

Questo mi porterebbe a dire che “la libertà è tentativo”. Questo richiede una certa “attenzione”, perché se non si è svegli, si può non vedere che una scelta è già insita nei nostri insogni (torniamo al predialogo quindi, ovvero senza coscienza di se non ci può essere reale libertà).

La libertà, o meglio la “liberazione”, è quindi una successione di tentativi? Il tentativo presuppone una possibilità di fallimento e dato che “coloro che portavano il fallimento nel cuore poterono cogliere la vittoria finale” mi sembra che ci siamo. E questo “tentativo” qui, nello specifico, diventa cosa? Un sasso lanciato nell'infinito, tendendo l'orecchio poi per sentire che rumore fa? Perché quando fai un tentativo di questo genere, stai decidendo in base a qualcosa di ineffabile e inafferrabile. Stai lanciando un atto da e per una zona inesplorata. Liberazione è quindi una serie di sassi lanciati nell'eterno? Lanciamo questi sassi nella speranza di sentire il suono dell'infinito.

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