Il pensiero
Il pensiero, l'emozione e il corpo, sono transitori. Nascono, crescono, muoiono.
Ma ogni creazione nasce dalla Perfezione che risiede nel Profondo della mia coscienza. E' da lì, dove risiede la Luce, il Senso, la Natura Buddha, il Regno dei Cieli, il Satori, che scaturisce ogni cosa degna di nota.
Ed ogni cosa degna di nota, entra nel mondo delle idee, degli insogni, delle illusioni, del transitorio, del mortale, del rappresentato. Ed entrando nel mondo del rappresentato perde la sua natura essenziale di verità indubitabile, per divenire percezione dubbiosa e illusoria.
Ed è qui che sta l'arduo compito del Ricercatore di Libertà, del Messaggero, del Bodhisattva. Osservare tutto ciò che esiste, ogni concezione e ogni rappresentazione della realtà, non come una realtà in sé, ma come riflesso del Sacro, ombra proiettata dalla Luce.
La realtà non è cosa da fuggire o inganno da svelare.
La “realtà” è prodotta dalla Luce, dall'essenziale. Nella “realtà” c'è effettivamente ed inequivocabilmente il senso di tutto ciò che esiste, l'essenza più profonda delle cose.
Se anche siamo nell'impossibilità di concettualizzare questa essenza, in quanto non rappresentabile ma solamente “allegorizzabile”, siamo in presenza del Senso con il semplice atto di esistere, di pensare, di percepire.
Ogni gesto diventa quindi insegnante di realtà.
Ogni pensiero diventa quindi prodotto del Sacro.
Ogni emozione diventa quindi specchio dell'Infinito.
Se voglio intuire l'infinito, devo conoscere a fondo il finito.
Se voglio essere libero, devo conoscere a fondo il mio determinismo.
Se voglio la pace, devo conoscere a fondo la violenza che è in me.

Accetto il fatto che ogni concezione è un' elaborazione della mente di un prodotto del Sacro.
Imparo quindi a distinguere la concettualizzazione dalla radice, il Senso dalla spiegazione, l'allegoria dalla rappresentazione.
Nulla di ciò che “vedo”
è vero, ma tutto ciò che “vedo” è prodotto dal Vero. Ecco un cammino che riesco a comprendere: imparare a distinguere ciò che “vedo” da ciò che ha prodotto ciò che “vedo”. Comprendere che “osservando” con attenzione ciò ciò che “vedo”, posso intuire ciò che lo produce. In ciò che “osservo” si nasconde ciò che è.
Il senso di tutto ciò che Esiste è in tutto ciò che “esiste”.
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