lunedì 27 giugno 2016

La divagazione

La divagazione ancora sul trono

Ma questa volta con merito dannazione!
Quanto c'ho messo a capire questa dannatamente semplice, evidente, indiscutibile verità? La divagazione è buona, la divagazione è un bene, la divagazione è bella.

Pratico una meditazione attenta; esperienze di forza molto ben composto; la routine con diligenza e rettitudine. E di tanto in tanto sorge una divagazione, un'immagine insistente. Ah! Terribile nefandezza, come osi oh tu, molestamente molestare la mia attenzione, la mia compostezza, la mia diligenza e la mia rettitudine? Oh tu, molestamente molesta sei!

Ma dico, ci vogliamo svegliare sul serio? Allora, ti spiego con molta calma, così che anche tu, caro Riccardo, possa capire questo meccanismo tanto semplice da essere goffamente banale. Se mentre sei molto concentrato su una cosa, ti viene in mente un'altra cosa, magari addirittura con forza e di frequente... e ci sarà un cazzo di motivo? O pensi di divagare “così”, a caso?

Ecco, chiacchierando con una cara, carissima amica, ho capito quanto sia importante mettere una certa attenzione alla divagazione. Quando individuiamo un tema di divagazione, specialmente se insistente e forte, può essere sommamente importante meditare in profondità su di esso. Se penso continuamente a quella litigata, immaginando che vada in un modo, poi in un altro, rivivendola per dritto e per rovescio, ci sarà un atto lanciato dalla coscienza che viene temporaneamente “risolto” con questa divagazione? Ci sarà una tensione che cerca riposo in quel rivivere ciclico il ricordo? Allora, invece di scacciare quel doloroso pensiero come peste rossa, magari mi ci metto a meditare sopra. No? Così magari, invece di rivivere o rivedere il ricordo, trovo la radice di quella tensione e trovo qualcosa di più interessante da farci. Se ogni oggetto mentale è il bersaglio di un atto e se questo oggetto tende a riproporsi ciclicamente, c'è forse la vaga possibilità che non sia l'oggetto mentale adatto a risolvere la questione. Forse vale la pena provare altre idee, altre riflessioni, altri approcci a quella tensione. Per cui, osserviamo questa divagazione, risaliamo lentamente alla sua radice, alla tensione generatrice.

Beh, ci ho provato... e indovina? Sorpresa sorpresa... le cose vanno meglio! Alcune tensioni vanno via sul serio, si risolvono cose! Imprevedibile no?

Se penso spesso a cosa mangerò, forse sto mangiando male.

Come dicono i maestri Zen:
Se stai camminando, cammina.
Se stai mangiando, mangia.

E io aggiungo, se stai divagando, divaga.
Parafrasando Rosa, come mi ricorda la mia cara, carissima amica, basta che stai su quello in cui stai. Sia ciò anche la divagazione aggiungo io.


Santa sia la divagazione. Santo è il suo scopo. Santo il suo senso. Santo il suo messaggio. Onorate anche voi la divagazione, infedeli!  

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