La divagazione ancora sul trono
Ma questa volta con merito dannazione!
Quanto c'ho messo a capire questa
dannatamente semplice, evidente, indiscutibile verità? La
divagazione è buona, la divagazione è un bene, la divagazione è
bella.
Pratico una meditazione attenta;
esperienze di forza molto ben composto; la routine con diligenza e
rettitudine. E di tanto in tanto sorge una divagazione, un'immagine
insistente. Ah! Terribile nefandezza, come osi oh tu, molestamente
molestare la mia attenzione, la mia compostezza, la mia diligenza e
la mia rettitudine? Oh tu, molestamente molesta sei!
Ma dico, ci vogliamo svegliare sul
serio? Allora, ti spiego con molta calma, così che anche tu, caro
Riccardo, possa capire questo meccanismo tanto semplice da essere
goffamente banale. Se mentre sei molto concentrato su una cosa, ti
viene in mente un'altra cosa, magari addirittura con forza e di
frequente... e ci sarà un cazzo di motivo? O pensi di divagare
“così”, a caso?
Ecco, chiacchierando con una cara,
carissima amica, ho capito quanto sia importante mettere una certa
attenzione alla divagazione. Quando individuiamo un tema di
divagazione, specialmente se insistente e forte, può essere
sommamente importante meditare in profondità su di esso. Se penso
continuamente a quella litigata, immaginando che vada in un modo, poi
in un altro, rivivendola per dritto e per rovescio, ci sarà un atto
lanciato dalla coscienza che viene temporaneamente “risolto” con
questa divagazione? Ci sarà una tensione che cerca riposo in quel
rivivere ciclico il ricordo? Allora, invece di scacciare quel
doloroso pensiero come peste rossa, magari mi ci metto a meditare
sopra. No? Così magari, invece di rivivere o rivedere il ricordo,
trovo la radice di quella tensione e trovo qualcosa di più
interessante da farci. Se ogni oggetto mentale è il bersaglio di un
atto e se questo oggetto tende a riproporsi ciclicamente, c'è forse
la vaga possibilità che non sia l'oggetto mentale adatto a risolvere
la questione. Forse vale la pena provare altre idee, altre
riflessioni, altri approcci a quella tensione. Per cui, osserviamo
questa divagazione, risaliamo lentamente alla sua radice, alla
tensione generatrice.
Beh, ci ho provato... e indovina?
Sorpresa sorpresa... le cose vanno meglio! Alcune tensioni vanno via
sul serio, si risolvono cose! Imprevedibile no?
Se penso spesso a cosa mangerò, forse
sto mangiando male.
Come dicono i maestri Zen:
Se stai camminando, cammina.
Se stai mangiando, mangia.
E io aggiungo, se stai divagando,
divaga.
Parafrasando Rosa, come mi ricorda la
mia cara, carissima amica, basta che stai su quello in cui stai. Sia
ciò anche la divagazione aggiungo io.
Santa sia la divagazione. Santo è il
suo scopo. Santo il suo senso. Santo il suo messaggio. Onorate anche
voi la divagazione, infedeli!
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